Firenze, 22 settembre 2011 - "Non chiediamo altro che un luogo di culto degno di questo nome. E vogliamo che, assolutamente, la decisione finale sia condivisa tanto dalla comunità islamica quanto dal Comune di Firenze". Così l'Imam Izzedin Elzir torna sulla questione della moschea a Firenze. E lo fa nel momento in cui il percorso partecipativo, lanciato con due mila firme raccolte dalla comunità islamica la primavera scorsa, entra nella sua seconda fase. Si tratta del percorso previsto dalla legge regionale 69 del 2007, nota come "legge sulla partecipazione".
La Regione Toscana ha avviato o già concluso una settantina di progetti di questo tipo, in questi quattro anni, sui temi più disparati, anche se in prevalenza legati all'ambiente, perché sono quelli più connessi alle problematiche del territorio. La comunità islamica di Firenze ha quindi raccolto le firme necessarie per avviare il processo che riguarda la moschea. La Regione ha poi commissionato a 'Sociolab' un complesso iter, che si articola in tre fasi, che si concluderà nel febbraio 2012. "La prima fase è stata di ascolto -spiega Barbara Imbergamo di 'Sociolab'- tramite interviste a intellettuali, politici, esponenti di associazioni, a quanti cioè a Firenze hanno detto la loro sulla moschea". Adesso comincia "il periodo di coinvolgimento vero e proprio dei cittadini": cinque assemblee nei cinque quartieri di Firenze, che si preannunciano quantomeno animate. La prima, nel quartiere del centro storico, il 'Quartiere 1', il 18 ottobre.
In linea di massima, non c'è una forte opposizione alla realizzazione di un'autentica moschea a Firenze (le tre attuali consistono nel riutilizzo di una fabbrica e di due fondi di piccole dimensioni). Ma ogni volta che in questi anni si è ventilata l'ipotesi di costruirne una in un luogo o nell'altro non è mai mancata la protesta di parte della cittadinanza, quando non dei sindaci, come nel caso del Comune di Greve in Chianti. L'ultima fase del percorso partecipativo prevede l'estrazione a sorte di 120 cittadini fiorentini che saranno affiancati da trenta rappresentanti della comunità islamica. Il progetto ha preso il nome di 'Una moschea per Firenze' ed è stato commissionato al gruppo di 'Sociolab'.
"Il nostro ruolo -sottolinea Silvia Givone- è quello di promuovere l'attività di confronto e di ascolto che tengano conto di tutti i punti di vista sulla moschea. Noi -tiene a precisare- non orientiamo in un senso o nell'altro la discussione, ma anzi cerchiamo di far emergere la varietà di ogni punto di vista". Prima di questa sorta di assemblea di 150 cittadini, sarà istituito un tavolo di garanzia, con dieci saggi. Si profilano nomi che possano essere riconosciuti per la loro imparzialità sulla questione: i più gettonati, ma non c'è ancora alcuna conferma, sarebbero quelli di Ugo de Siervo, ex presidente della Corte Costituzionale, dello storico Franco Cardini e dell'ex procuratore Pier Luigi Vigna. Tutte le tappe del percorso, compreso il report che sarà pubblicato probabilmente a marzo 2012, sono aggiornate sul sito www.unamoscheaperfirenze.it
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