Firenze, 8 marzo 2012 - La Calvin Klein dell’Osmannoro chiude i battenti e oggi 149 lavoratori incroceranno le braccia davanti allo stabilimento di via Lucchese. Sono ancora in corso trattative della proprietà con i sindacati sul futuro dei dipendenti, ma di sicuro il famoso marchio di moda se ne andrà presto dallo stabilimento di via Lucchese nel comune di Sesto Fiorentino. Il programma di dismissione è spalmato in un anno e mezzo, al termine del quale le competenze affidate ai lavoratori italiani “voleranno” da qualche altra parte del mondo, probabilmente a Londra.
La Calvin Klein aveva scelto Firenze per la progettazione dei suoi jeans, che poi venivano realizzati in Cina. La chiusura è arrivata a seguito di un percorso di ristrutturazione globale voluto da Warnaco, la società americana proprietaria del marchio. La multinazionale americana avrebbe presentato un piano di rilancio puntando su altre piazze globali, scegliendo strategie di marketing diverse rispetto alla precedente direzione amministrativa. Le avvisaglie di questo triste epilogo non erano mancate, anche se ogni volta i sindacati erano riusciti a raggiungere un accordo per scongiurare licenziamenti a tappeto e misure drastiche.
La Cgil, con il sindacalista Filctem Piero Sarti, aveva lottato già nello scorso giugno, quando era stato presentato da Warnaco a Confindustria il piano di licenziamento per 40 dipendenti, 5 dirigenti e 10 contratti a termine che non sarebbero rinnovati. La trattativa si era chiusa con un accordo per 42 lavoratori in mobilità e con un’incentivazione all’esodo di 15 mila euro. Il passaggio effettivo è stato poi da 229 dipendenti a 150. il drastico ridimensionamento dell’organico è stato oggetto anche di un’interrogazione in consiglio provinciale dove si sollevarono perplessità e dubbi sulla riduzione di un terzo del personale CK a Firenze, espressione di un patrimonio di conoscenze di altissimo livello. Prima ancora della procedura di mobilità all’Osmannoro, l’abbandono della società era toccato a Barberino del Mugello. Nel novembre 2009 la multinazionale americana aveva lasciato lo stabilimento in Mugello, utilizzato da alcuni anni come centro di smistamento della merce. Anche in quel caso la chiusura portò ad una «strage» di lavoratori, circa 130 persone, di cui almeno un centinaio, in quando soci e lavoratori di cooperative, non poterono godere degli ammortizzatori di disoccupazione e mobilità. Ora a temere il peggio sono i 150 dipendenti, finora superstiti, dell’Osmannoro. Dopo una riunione sindacale, i lavoratori di Calvin Klein Jeans hanno deciso di incrociare le braccia stamattina davanti allo stabilimento di via Lucchese. La trattativa e la possibilità di reintegro in altre realtà del marchio sono ancora top secret. Un nuovo incontro con la proprietà è previsto la prossima settimana.
Laura Tabegna
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