Firenze, 13 marzo 2012 - "Non mi interessa il risarcimento: quello che cerco e' solo verita' e giustizia''.
Non nasconde l'emozione e la difficolta' a sedere in quell'aula la madre di Luca Raso, 20 anni, il giovane romano morto la sera del 2 settembre 2006 precipitando dai bastioni del Forte Belvedere. Angela Manni, che al processo si e' costituita parte civile, stamani e' tornata a raccontare la notte della morte del figlio (''mi avverti la polizia che alle 4 di notte si presento' alla mia porta a Roma'') e le ore successive, quelle difficili del suo arrivo a Firenze, dopo aver appreso della morte del figlio, del triste rito del riconoscimento.
Sul banco degli imputati siedono l'allora assessore comunale alla cultura Simone Siliani, il direttore della direzione cultura del Comune di Firenze Giuseppe Gherpelli e il perito Ulderigo Frusi. Per tutti l'accusa, rappresentata dal pm Giulio Monferini e' di omicidio colposo e riguarda in sostanza la sicurezza del luogo, di proprieta' del Comune, e in particolare la presunta carenza di illuminazione: a distanza di due anni, mori' Veronica Locatelli, 37 anni, anche lei precipitata dai bastioni dell'antica fortezza medicea. Quello contro i tre imputati e' il secondo processo per la morte di Raso: nel primo filone dell'inchiesta e' stato condannato a 8 mesi Lorenzo Luzzetti, legale rappresentante del Teatro Puccini, l' associazione che gestiva il Forte Belvedere nell'estate del 2006.
La madre del giovane ha raccontato la telefonata avuta dall'allora sindaco Leonardo Domenici la sera del 3 settembre; ''mi fece le condoglianze e io, che il giorno ero stata a vedere dove era morto Luca, gli dissi che quel
luogo non era sicuro, che avremmo fatto causa''. Dopo di lei ha testimoniato uno degli agenti della polizia municipale tra i primi a intervenire sul posto. Il processo si svolge sul filo del rasoio per il rischio della prescrizione dei reati e il giudice Susanna Raimondo, ha fissato una serie di udienze ravvicinate, la prima il prossimo 27 marzo.
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