di Roberto Davide Papini
Firenze, 6 luglio 2012 - «NON VI LASCIATE sedurre dalla tecnologia». John Lasseter, fondatore della Pixar e anche direttore creativo della Disney, raccomanda agli studenti che affollano a Firenze l’ auditorium del Consiglio regionale toscano, di puntare sulla creatività, sulle idee, sulle emozioni. Non male, visto che a dirlo è un autore che ha rivoluzionato il modo di fare animazione nel mondo, con capolavori Disney come “Toy Story”, “Alla ricerca di Nemo”, “Cars” e via dicendo, fino al prossimo (in Italia uscirà il 5 settembre) “Ribelle”. Il tutto, sempre con l’ utilizzo massiccio di tecnologia per i cortometraggi e i film, con le tecniche d’avanguardia del 3D e della computer grafica.
«Quello che fate con la tecnologia fa la differenza, non la tecnologia in sé», dice Lasseter insistendo sulla necessità di valorizzare il disegno, le basi dell’arte, la storia. «Non gettatevi il passato dietro le spalle — dice Lasseter— perché anche noi alla Pixar cerchiamo di costruire il futuro basandoci sul passato». Importante dirlo proprio a Firenze, perché «qui sono nati tantissimi artisti che hanno segnato il Rinascimento e questi artisti ispirano il nostro lavoro quotidianamente».
L’occasione era l’ assegnazione a Lasseter della medaglia d’argento del consiglio regionale, consegnata dal presidente Alberto Monaci che confessa di essere stato “costretto” dalle figlie a vedere qualche film della Pixar.
Lasseter ripercorre le varie tappe della sua carriera, con grandi incontri (come quelli con George Lucas e Steve Jobs) e maestri straordinari come Ollie Johnston, uno dei “Nine Old Man” della leggenda Disney.
«Ricordo che quando ho cominciato a lavorare alla Disney — racconta Lasseter— ero preoccupato dal fatto di non essere bravissimo a disegnare. Così andai da Ollie che era sempre disponibilissimo e gli feci vedere il mio lavoro. Mi aspettavo che parlasse della qualità dei disegni e invece mi chiese: “Ma quel personaggio cosa sta pensando?”. Lì ho capito che è fondamentale trasmettere le emozioni del personaggio, renderlo vivo in modo che ogni movimento sembri generato dalla sua mente, da ciò che pensa. Così un disegno è vivo, sennò è soltanto l’unione di vari tratti a matita».
Interessante, proprio a riprova dell’importanza dell’idea rispetto alla tecnologia, è stata la proiezione del primo cartoon realizzato da Lasseter, come prova d’esame alla scuola di animazione nel 1980: disegni a matita animati in maniera tradizionale e certo non perfetta, ma con una divertente storia sugli incubi notturni dei bambini. Poi è stato proposto il primo lavoro della Pixar, un altro cortometraggio (stavolta realizzato al computer) del 1986: “Luxo Junior”. E proprio qui vediamo la lampada che poi è diventata il simbolo della Pixar e la protagonista della sigletta introduttiva di ogni film.
Al termine dell’incontro, invece, l’anteprima del cortometraggio “La Luna”, un poetico lavoro di ispirazione molto italiana (i protagonisti sono pescatori con la lampara e con tanto di coppola) a partire dal regista Enrico Casarosa, che lavora alla Pixar. Nessun accenno al ventilato progetto di un cartoon ambientato a Firenze, ma il rapporto tra Lasseter e l’animazione italiana è tutto nell’ammirazione per un maestro come Bruno Bozzetto: «Ho tratto molta ispirazione dai suoi lavori, Bruno è un grande autore, geniale. Ricordo ancora quello splendido cartoon sulle zanzare (si riferisce a Self Service, ndr). anche “Allegro non troppo” è stato un grande successo negli Stati Uniti». Tra i due è nata un’amicizia: «Recentemente è venuto a trovarmi alla Pixar ed era un po’ come essere tutti a casa» dice Lasseter. La speranza è che, prima o poi, la creatività di Bozzetto e quella della Pixar/Disney si incontrino per un nuovo straordinario cartoon.
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