Firenze, 24 luglio 2012 - Un'inchiesta della procura di Firenze coinvolge sette persone che hanno occupato posti di vertice del Consorzio Etruria dal 2006 al 2010. L'ipotesi degli inquirenti è quella di bancarotta fraudolenta.
Infatti, l'indagine mira a far luce sulle vicende che hanno portato la cooperativa toscana di costruzioni con oltre 300 dipendenti alla procedura di concordato preventivo.
A seguito dell'inchiesta, coordinata dai pm fiorentini Luca Turco e Giuseppina Mione, la guardia di Finanza ha eseguito una ventina di perquisizioni nelle province di Prato, Lucca, Firenze e Grosseto non solo nelle sedi del Consorzio, ma anche di società che ci hanno avuto rapporti.
A spingere gli investigatori a far luce su alcune complesse operazioni economiche che hanno riguardato il Consorzio Etruria, come cessioni di società e acquisizioni di partecipazioni per svariati milioni di euro, è stata la relazione dei commissari giudiziari. In particolare, gli inquirenti intendono chiarire le cause per cui, nonostante gli appalti ottenuti il 29 giugno 2011 dal Consorzio, la cooperativa sia stata ammessa alla procedura di concordato preventivo.
Nel maggio scorso, il tribunale di Firenze ha depositato il decreto di omologa del concordato preventivo con cessione di beni e continuità aziendale proposto da Consorzio Etruria, condizione essenziale per la possibile nascita di una nuova cooperativa. Il decreto metteva fine all'iter dell'approvazione del piano di concordato per Consorzio Etruria travolta da 370 milioni di euro di debiti accumulati verso banche, fornitori e soci.
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