Firenze, 18 settembre 2012  - BERLUSCONI ieri era parecchio soddisfatto. Felice, una volta tanto, di come giornali e tivù avevano raccontato il suo discorso della nave non solo su Imu ma anche su Renzi, su Grillo e su tutto il resto. Ha raggiunto il suo scopo: tenere insieme il Pdl. Qualcuno non condivide la parte sull’Europa, c’è chi chiede dove si prendono i soldi per tagliare la tassa sulla casa ma altri apprezzano le prese di posizione che paiono sconfessare l’azione del governo Monti.

Per recuperare consensi — ragiona con i suoi il Cavaliere — devi andare sui temi che, pur scabrosi, ti portano più voti. «Ma non ho fatto nessun attacco all’Europa — si difende — Mi sono distinto da Grillo». Ha fissato l’asticella al 25%: considera un successo raggiungere il risultato di Forza Italia nel ’94. «A sei mesi dalle elezioni un partito che sta al 20-21% come il Pdl se la può giocare con il Pd che sta al 26-27%».
 

PARTE da qui Berlusconi per costruire la prossima campagna elettorale epperò, raccontano, non esclude ancora nessuno scenario: la sua candidatura, quella di un altro del Pdl o quella di un esterno al partito. Ha voglia di ripetere Alfano che «il candidato naturale del partito è Berlusconi». Prima che vadano in porto le elezioni in Sicilia e le primarie del Pd non si decide nulla. Pure la riforma elettorale è subordinata a questi due passaggi: il Pdl insiste perché si faccia entro venti giorni, ma nella sostanza si traccheggia perché è impossibile optare per un sistema prima di sapere come finiranno quelle partite. Se vince Renzi — spiega il Cavaliere — non c’è legge elettorale che tenga: lui non si candiderà, troppo ampio il gap generazionale, e si può pure tenere il Porcellum. Ecco perché nel cerchio ristretto qualcuno non approva l’endorsement al sindaco di Firenze: «I nostri elettori — spiegano — sarebbero pronti a votarlo se fosse lui il candidato Pd».

Sarà pure un’idea balzana ma qualora accadesse, l’ex premier ha confidato che non gli dispiacerebbe fare un’aggregazione che metta insieme tutti — da Montezemolo a Casini — per poi aprire un canale di confronto con Renzi per cui prova «sincera simpatia».

Fantapolitica. Di sicuro, c’è che Berlusconi potrebbe candidarsi qualora vincesse le primarie un Bersani: in quel caso, avrebbe confidato, punterebbe su una legge proporzionale con premio di maggioranza al partito. Fondamentale il risultato alle elezioni siciliane per capire dove andrà il Pdl: una sconfitta nella regione del 61 a 0 sarebbe una catastrofe, una vittoria darebbe ossigeno al partito e permetterebbe di «stroncare sul nascere l’asse Pd-Udc» e di riprendere il discorso dell’unità dei moderati. Mette nel conto un passo indietro per recuperare Casini: pronto a sostenere un bis di Monti. O, in alternativa, qualcuno che porti avanti la sua agenda. E se questo scenario non si verificasse? Potrebbe fare una nuova alleanza con la Lega.