Toscana, 19 settembre 2012 - La presidente dell'Associazione Vittime della caccia, Daniela Casprini, commenta gli ultimi due incidenti avvenuti in Toscana durante le battute di caccia.

Riferendosi alla morte di Lorenzo Cerbone, al quale il padre ha sparato oggi per errore a Fiesole, uccidendolo, e al bambino di 8 anni colpito al viso da un pallino lunedì sera nel giardino di casa a Massarosa, Daniele Casprini ha affermato, quasi a rispondere a quanto in precedenza proposto dalla Lipu: "Aumentare per legge le distanze da case e strade, come invocano alcune associazioni anticaccia, non servirebbe a niente per vari motivi. Già quanto prevede l'art.21, comma 1, lett.a), e) ed f) in merito alle distanze da rispettare da case, strade e recinti vari, se fossero rispettate, salverebbero la vita e la qualità della vita di molte persone pacifiche, definite 'gente comune'".

Infatti, il presidente di Lipu-BirdLife Italia, Fulvio Mamone Capria, aveva dichiarato all'agenzia di informazione GeaPress: “Il recente episodio relativo al ferimento di un bimbo di Massarosa, colpito al volto da un pallino da caccia, impone una seria riflessione sui rischi di lesioni, anche gravi, ai cittadini, dovuti all’imperizia di singoli cacciatori ma anche all’insufficienza delle distanze minime di rispetto in direzione di abitazioni e luoghi di lavoro, troppo spesso violate".

E in particolare Mamone Capria suggeriva una “previsione di distanze di sparo maggiori da abitazioni e luoghi di lavoro".

Sull'argomento Daniela Casprini sottolinea che il problema è che "I cacciatori non sono soliti rispettare le distanze e chi dovrebbe controllare non c'è. Ma se i controlli vengono fatti, difficilmente viene considerato quanto cita la legge relativamente alle armi a canna rigata, ovvero l'obbligo di rispetto della distanza pari a una volta e mezzo la gittata stessa dell'arma da case, strade ecc.".

A tal proposito per la presidente dell'Associazione Vittime della caccia: "è semplicemente scandaloso che il non rispetto delle distanze di sicurezza a norma di legge costituisca solo un illecito (non reato), ne consegue che attentare alla vita delle persone sia "perseguibile" solo con una sanzione amministrativa di 205 euro".

Sempre Mamone Capria aveva dichiarato a Gea Press: “Già nel giorno di apertura della stagione venatoria si sono contati diversi problemi, anche molto seri, dovuti non solo agli errori, sempre imperdonabili, dei singoli, ma anche alla particolare conformazione del territorio italiano, ‘stretto’ e fortemente urbanizzato, che comporta inevitabilmente un alto rischio per i cacciatori stessi e per i cittadini che vivono o transitano in campagna”.

Il Presidente Lipu ha poi aggiunto: “E’ una questione continuamente segnalata, dalla Lipu e da moltissimi cittadini, e che non può più essere sottovalutata. Una questione alla cui soluzione dovrebbero contribuire in primo luogo gli stessi cacciatori, per trovare soluzioni che rendano più tollerabile la caccia da parte di chi, suo malgrado, deve subirla per tanti mesi all’anno”.

L'Associazione vittime della caccia hanno anche sottolineato come i tanti ricorsi ai TAR che le associazioni anticaccia hanno avanzato per ridurre le giornate di preapertura in tutta Italia hanno avuto risvolti positivi nel ridurre il numero di tragedie.

Ma come l'associazione riporta nella nota: "le armi da caccia uccidono e feriscono sempre, anche nel periodo extravenatorio, ovvero tra un calendario venatorio e il successivo". Secondo i dati a disposizione dell'associazione tra l'1 febbraio e il 30 agosto 2012 si sono verificate 9 morti e 16 feriti, dei quali 6 morti e 15 feriti completamente estranee al mondo della caccia.

Tra i feriti nella sola Toscana già si contano due bambini: quello di Massarosa, e quello avvenuto il 9 febbraio 2012 ad Arezzo quando un bimbo è andato in coma per aver giocato con il fucile del padre ed aver fatto partire accidentalmente un colpo.

Così, l'Associazione vittime della caccia ricorda: "Insomma, dall'inizio dell'anno è una vera e propria strage: dall'1 gennaio al 16 settembre le armi da caccia e i cacciatori hanno ferito 35 persone e uccise 14, 4 i bambini feriti. E la stagione è appena iniziata".

Secondo una nota diffusa dall'Associazione vittime della caccia, dall'inizio del 2012 a oggi si contano già 14 persone uccise e 35 ferite da armi da caccia e cacciatori su tutto il territorio nazionale.
Solamente nella giornata di apertura della stagione venatoria 2012/2013 l'associazione ha registrato 2 morti e 8 feriti.