Firenze, 23 ottobre 2012 - L’ALTA velocità frena sull’amianto, cantiere Mugnone fermo da 50 giorni. La denuncia arriva da una delle ditte subappaltatrici incaricate della pulizia dei residui d’amianto ereditati dai vecchi orti fiorentini lungo il torrente, nel tratto compreso tra l’attraversamento ferroviario della stazione Santa Maria Novella e lo sbocco in Arno.
A imbrigliare i lavori di bonifica giunti a un binario morto proprio davanti alla scuola materna Leoncavallo, il mancato pagamento ai subappaltatori da parte di Mugnone Scarl, l’Associazione temporanea di imprese composta da Lis srl e Sacaim Spa incaricata da Rfi dell’adeguamento idraulico del torrente. Un debito di più un milione di euro che oltre a frenare il cantiere rischia di strozzare le quattro imprese che lavorano in concessione. «Ci restano venti giorni di autonomia — spiega Oliviero Bencini di Ecogest Global Service — dopodiché saremo costretti a chiudere». Una crisi di liquidità di cui Rfi, che ha sottoscritto l’adeguamento con Regione, Provincia e Comune per un costo pari a 44,5 milioni di euro, non sembra però essere la prima responsabile. E per ora a restare senza stipendio sono un centinaio di operai.
«IL 2 SETTEMBRE Rfi, come ha confermato la direzione generale del gruppo, ha versato a Mugnone Scarl 5 milioni di euro — continua —, un milione dei quali avrebbe dovuto essere consegnato alla nostra ditta». In poche parole a inceppare la cascata di pagamenti l’Ati composta da Lis srl e Sacaim che per ora ha trattenuto la cifra. Risultato? Cantiere bloccato, amianto a vista davanti a una scuola elementare e slittamento del termine ultimo dei lavori che dovrebbero essere conclusi per contratto entro due anni. E dire che un sollecito a Mugnone Scarl era stato fatto dagli stessi subappaltatori dieci giorni fa, strappando la promessa di un acconto di 200mila euro che sarebbe dovuto arrivare martedì. Ma a pagare un prezzo ben più altro potrebbe essere la città.
L’interruzione dei lavori di adeguamento sul Mugnone è infatti un nodo cruciale come chiarito da una nota del Genio Civile datata 28 marzo 2011 dove la messa in sicurezza viene descritta come «conditio sine qua non» per la realizzazione della nuova stazione AV. Senza il loro completamento non è possibile infatti mettere in funzione il cosiddetto By-pass di Santa Maria Novella. Anche perché il Mugnone adesso, nel tratto Redi-Arno a causa dello stop ai lavori, ha assunto la forma di un imbuto, una conformazione che nella stagione delle piogge potrebbe creare problemi di portata al torrente. «C’è il rischio allagamento — conclude Bencini — durante il prossimo ingrossamento del torrente e la responsabilità sarà di tutte le istituzioni che dovevano vigilare sui lavori».
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