Firenze, 7 gennaio 2013 - La Richard Ginori è stata dichiarata fallita dal tribunale di Firenze. La decisione è stata depositata stamani dai giudici chiamati a pronunciarsi sull'ammissibilità o meno dell'azienda al concordato preventivo. ''Il piano - scrive il tribunale, che ha esaminato due istanze di fallimento e ha nominato un curatore - si presenta dotato di intrinseca incertezza". I Cobas avevano chiesto di valutare "l'aspetto sociale della vicenda: in ballo c'è il futuro di 314 lavoratori e delle loro famiglie".
MANIFESTAZIONE DEI DIPENDENTI, AZIENDA OCCUPATA - Decine di dipendenti erano davanti al tribunale in attesa della decisione. Dopo l'amarezza, appresa la notizia, è iniziato un corteo che si è diretto prima in prefettura e poi in Regione. L'azienda è stata quindi occupata da un centinaio di dipendenti. I lavoratori si sono riuniti in assemblea all'interno della sala mensa, per fare il punto sugli ultimi sviluppi e sugli scenari dell'azienda, ora affidata al curatore fallimentare Andrea Spignoli. Domattina alle 9, secondo quanto riferito ai lavoratori da Giovanni Nencini (Cobas), si terrà un incontro con il presidente della Regione Enrico Rossi e con l'assessore regionale a lavoro e attivita' produttive Gianfranco Simoncini; si terrà invece oggi pomeriggio un incontro fra i liquidatori e il curatore fallimentare Andrea Spignoli.
"L'AZIENDA SI PUO' SALVARE" - Una nota di speranza arriva dal curatore fallimentare designato, Andre Spignoli: ''La Richard Ginori, come struttura produttiva, se si poteva salvare l'altrieri si può salvare oggi''. ''Di problemi ce ne sono tanti - ha ammesso - vediamo di velocizzare il più possibile per risolvere i più urgenti, a partire dalla continuità aziendale''. Spignoli ha confermato che si dovrà provvedere ad individuare un soggetto che gestisca l'azienda nella fase di esercizio provvisorio, che riprenderà i contatti col governo per sbloccare l'iter previsto dalla legge Guttuso, e che ci sarà un nuovo bando di gara per trovare un acquirente: ''Un bando pubblico aperto a tutti - ha detto - tutto poi dipenderà dalle offerte e dal loro grado di affidabilità''. Secondo il curatore, la tutela dei livelli occupazionali ''dovrebbe essere un punto di valutazione delle offerte; non ci sarà solo il prezzo, ci saranno alcuni fattori''
I COBAS: "STRANI GIOCHI" - ''E' una situazione allucinante e paradossale, oggi era tutto predisposto perche' i lavoratori rientrassero in fabbrica''. Lo ha detto Giovanni Nencini, esponente dei Cobas Ginori, Commentando la decisione del Tribunale di Firenze SUl fallimento della Richard Ginori. I Cobas hanno tenuto un presidio fuori da Palazzo di Giustizia, con un centinaio di lavoratori. ''Una decisione che induce a pensare male - ha aggiunto - a pensare che dietro questo fallimento ci siano dei giochi particolari''.
Una decisione presa, ha osservato il sindacalista, malgrado lo schema di concordato predisposto dal collegio dei liquidatori avesse ''assegnato Ginori a due societa' importanti pronte a investire Immediatamente, e gia' con decine di milioni di euro di ordini pronti da evadere''. Secondo Nencini ''sono sbigottiti sia i rappresentanti di Lenox che quelli di Apulum, non si aspettavano una decisione del genere''. L'esponente dei Cobas ha criticato il comportamento di Filippo Pasquini, creditore privilegiato, unico a non aver ritirato l'istanza di fallimento presentata: ''Si e' ostinato fino alla fine a non ritirare l'istanza - ha detto Nencini - andando contro i suoi stessi interessi, e questo induce a pensare che evidentemente qualcuno fino alla fine ha giocato e spinto per il fallimento della Ginori''.
IL QUADRO DELLA SITUAZIONE - L'azienda di porcellane di Sesto Fiorentino è in liquidazione dalla scorsa primavera, quando il bilancio consuntivo 2011 aveva rivelato perdite superiori allo stesso capitale sociale. Il collegio dei liquidatori ha lavorato per una soluzione di concordato preventivo, cercando un soggetto che potesse rilevare le attività commerciali e produttive della Richard Ginori: soggetto che, lo scorso dicembre, era stato individuato nella cordata composta dalle aziende Lenox e Apulum. Attualmente la Ginori conta 314 lavoratori, tutti da agosto in cassa integrazione per cessazione dell'attività.
IL PD: "SIAMO ATTONITI" - ''La decisione lascia tutti stupiti e attoniti e rischia di vanificare tutti gli sforzi messi a punto in questi mesi per garantire il futuro della manifattura nel nostro territorio''. Lo hanno dichiarato in una nota il segretario del Pd metropolitano di Firenze Patrizio Mecacci e la segretaria del Pd di Sesto Fiorentino Camilla Sanquerin, dopo che stamani il Tribunale di Firenze ha dichiarato fallita la Richard Ginori. ''Restiamo in attesa - hanno aggiunto - di vedere le effettive conseguenze di questa scelta, ma di certo non nascondiamo grande preoccupazione per la sorte dei dipendenti e delle loro famiglie, a cui va tutta la solidarieta' e la vicinanza del Pd, da sempre in prima linea, insieme all'amministrazione e alle istituzioni, per tenere alta l'attenzione intorno alla vicenda''. I due esponenti del Pd sono ''convinti che una storia lunghissima e prestigiosa, come quella della Richard Ginori vada salvaguardata, per evitare una spaventosa crisi occupazionale e la perdita di un patrimonio artistico e produttivo di rilevanza internazionale e con tutte le caratteristiche per competere sul mercato globale''.
LE MOTIVAZIONI DEL FALLIMENTO - Il triunale ha giudicato di "incerta realizzazione" du fatti previsti dal concordato: un fatto consisteva nell'affitto dell'azienda e nella successiva cessione per 13 milioni di euro; l'altro nella cessione dei musei della Richard Ginori allo Stato, per ricavare 23 milioni su cui compensare un debito tributario di 16 milioni. Nel decretare il fallimento il tribunale individua circa 80 milioni di poste passive (circa 38,5 mln di crediti privilegiati; 33 mln chirografari; 8,5 mln di spese) contro un attivo stimato in 50 mln. Quanto allo stato di insolvenza per il tribunale fallimentare essa emerge dalla cessazione dell'attività aziendale di Richard Ginori dal 31 luglio 2012; dalla entità delle poste debitorie; dallo squilibrio tra attivo e passivo (50 mln di attivo contro 80 mln); e, appunto, dalle stesse incertezze rilevate nella domanda di concordato preventivo respinta. Il tribunale ha nominato giudice delegato Isabella Mariani, curatore fallimentare Andrea Spignoli e ordinato di depositare i bilanci e i libri contabili in cancelleria. Disposto l'esercizio provvisorio dell'impresa per un termine di tre mesi nei limiti individuati dal curatore Spignoli e dal giudice Mariani. Il 28 maggio udienza per l'esame dello stato passivo: creditori e terzi che vantano diritti su cose in possesso della Richard Ginori hanno tempo entro 30 giorni prima di questa udienza per presentare le loro domande in cancelleria.
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