Firenze, 17 gennaio 2013 - Indagini della procura di Firenze sul passante della Tav che dovrebbe essere costruito in città. Fra le ipotesi di reato la truffa, la corruzione e l' associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata in danno di enti pubblici. Fra gli altri reati anche la frode in pubbliche forniture, la corruzione e il traffico di rifiuti. Personalità importanti sarebbero coinvolte nell'inchiesta. C'è anche l'ex presidente della Regione Umbria Lorenzetti oltre a tecnici dei ministeri.
Due i filoni dell'inchiesta fiorentina sui lavori per la costruzione del passante: uno riguarda l'ipotesi di illecito smaltimento dei fanghi; l'altro la scarsa sicurezza dei materiali e dei macchinari, primo fra tutti la 'talpa' con cui si sarebbe dovuto costruire il tunnel. Ma gli investigatori contestano anche uno scarso monitoraggio dei lavori, che avrebbero provocato crepe in una scuola media, mettendo a rischio studenti e professori.
Riguardo lo smaltimento dei fanghi, la stazione appaltante Italferr e Rfi, scrivono gli investigatori, considerano ''le condizioni, i limiti e le procedure previste dalla legge un mero ostacolo da superare a ogni costo e non già un presidio di legalità e di tutela della salute pubblica e dei conti pubblici''.
Agli indagati viene contestato una gestione abusiva dei fanghi già prodotti - o che sarebbero stati prodotti una volta avviata l'opera di scavo della talpa - condotta con ''artata predisposizione di documenti tecnici e
amministrativi''.
L' operazione avrebbe coinvolto funzionari dell'autorità di vigilanza sulle opere pubbliche, delle commissioni dei ministeri delle infrastrutture e dell'ambiente e la struttura di missione del ministero Infrastrutture e dei Trasporti. Nel mirino degli investigatori anche la fresa, cioè la talpa, ''montata con materiale in parte non originale, privo di affidabilità e sicurezza''.
Accertamenti anche su diverse centinaia di metri di galleria costruiti con rivestimenti difformi alle norme antincendio studiate per prevenire disastri come quello avvenuto nella galleria del Monte Bianco. Il monitoraggio preliminare dei lavori di scavo e consolidamento sarebbe stato poi ''insufficiente'' e ''gravemente negligente'' anche ''su un punto sensibile quale una scuola media''. Questo non ha ''determinato un concreto pericolo di crollo della struttura'', ma ci sono state crepe, distacchi di intonaco o
parti di vetrate pericolosi per ragazzi e insegnati.
TRENTUNO GLI INDAGATI - Sono 31 gli indagati nell'inchiesta fiorentina ''fra questi funzionari pubblici e dirigenti delle Ferrovie - spiega una nota del corpo forestale - e i reati contestati vanno dalla truffa ai danni della pubblica amministrazione, alla corruzione, alla gestione abusiva dei rifiuti e all'associazione a delinquere''. Fra i nomi c'è anche quello di Maria Rita Lorenzetti, Pd, ex presidente della Regione Umbria, alla quale vengono contestati reati che avrebbe compiuto come presidente di Italferr, del gruppo Ferrovie dello Stato. Lorenzetti avrebbe messo ''le proprie conoscenze personali, i propri contatti politici e una vasta rete di contatti'' a disposizione di alcune ditte coinvolte nell'appalto del sottoattraversamento fiorentino della Tav ''conseguendo altresì incarichi professionali nella ricostruzione del terremoto in Emilia in favore del di lei coniuge''. E' quanto emerge dagli atti dell'inchiesta. Secondo quanto ricostruito dalla procura di Firenze, fra l'altro ci sarebbe stato un illecito smaltimento dei fanghi prodotti nel corso dell'esecuzione dell'infrastruttura. Fra i reati contestati a Maria Rita Lorenzetti ci sono associazione per delinquere, abuso di ufficio, corruzione e traffico di rifiuti. All'illecito smaltimento dei rifiuti avrebbero concorso i dirigenti della società vincitrice dell'appalto, la Novadia, della sua socia di maggioranza Coopsette, tecnici di Italferr, componenti e funzionari della commissione di via del ministero dell'Ambiente, dell'autorità di vigilanza delle opere pubbliche e dirigenti dell'unità di missione del ministero delle infrastrutture. Indagato anche Ercole Incalza, dirigente dell'unità di missione del ministero delle infrastrutture. Coinvolti anche imprenditori e funzionari del ministero dell'ambiente e di società di Fs.
IPOTESI DI INFILTRAZIONE MAFIOSA: "TONNELLATE DI RIFIUTI SMALTITI ILLEGALMENTE" L'indagine su sottoattraversamento Tav a Firenze è ''partita nel 2010 grazie ad alcuni accertamenti del Corpo forestale dello Stato'' e ''ha fatto emergere un consistente traffico di rifiuti speciali, smaltiti illegalmente, nonché la truffa ai danni della Rfi'' e ''si configura anche l'ipotesi di infiltrazioni mafiose''. E' quanto spiega una nota del corpo forestale dello Stato. Secondo l'accusa, ''migliaia di tonnellate di rifiuti sarebbero state smaltite abusivamente. La Rete Ferroviaria Italiana pagava gli elevati costi di smaltimento alle ditte, ma in realta' i rifiuti non seguivano la corretta procedura prevista dalla normativa vigente, creando quindi, un indebito profitto a favore delle varie ditte interessate''. I fanghi ''venivano poi scaricati direttamente nella falda acquifera nelle vicinanze dei lavori con il rischio di contaminazione della stessa e del suolo''.
IL MINISTERO AVVIA UN'INDAGINE INTERNA - Il ministero delle Infrastrutture e Trasporti ''auspica che sia fatta al più presto chiarezza sulla vicenda della Tav di Firenze, un'opera strategica a livello territoriale e nazionale''. Lo si legge in una nota del portavoce del ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Il Dicastero di Porta Pia ''ha avviato un'indagine interna e sta collaborando con massima trasparenza e disponibilità con gli inquirenti''.
PERQUISIZIONI IN VARIE CITTA' - Sono state eseguite perquisizioni in varie città d'Italia e i militari del Ros dei carabinieri hanno operato perquisizioni e sequestri nei cantieri fiorentini della Tav. In tutto sarebbero una trentina e gli investigatori hanno concentrato i loro accertamenti sia sulle pratiche e sulle operazioni relative allo smaltimento dei rifiuti prodotti con i lavori per la Tav, sia sui vari appalti e subappalti, sia sull'esecuzione delle opere. Nell'inchiesta, coordinata dai pm Giulio Monferini e Gianni Tei, che in passato sono stati titolari anche dell'indagine sui danni ambientali prodotti nel Mugello dai lavori per la Tav, sarebbero coinvolte una trentina di persone fra perquisizioni e indagati. Fra loro ci sarebbero anche soggetti riferibili a strutture pubbliche. Il corpo forestale dello Stato sta invece accertando la parte relativa agli smaltimenti delle terre di scavo. Perquisizioni sono state effettuate presso aziende di Firenze, Prato e Brescia.
COSA PREVEDE IL PROGETTO - Il progetto del passante fiorentino prevede un sottoattraversamento per congiungere il quartiere Campo di Marte alla zona di Castello, alla periferia della città, con una nuova stazione in zona Rifredi. L'indagine sarebbe iniziata seguendo le tracce delle terre di scavo trasformate in rifiuti durante la costruzione di una galleria di ausilio per i lavori della Tav. La trivella 'Monna Lisa' a Firenze avrebbe dovuto lavorare per creare il sottoattraversamento della città per la Tav.
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