Firenze, 17 gennaio 2013 - "Il Forteto era la tana dell'orco... O una fabbrica di schiavi... Che non succeda mai più, soprattutto in Toscana".
Voci arrochite, sguardi stravolti da un velo d'orrore. I consiglieri regionali accolgono l'invito del presidente, Alberto Monaci, "a una lettura rispettosa dell'aula", ma usano toni da catastrofe o calamità naturale. In effetti, sono pugni nello stomaco le 88 pagine della commissione d'inchiesta sugli abusi sessuali, psicologici, affettivi che, per decenni, avrebbero avuto per teatro la florida cooperativa agricola del Mugello (15 milioni di fatturato l'anno).
L'"orco" sarebbe Rodolfo Fiesoli, un pratese di 71 anni, detto il "Profeta". Che, secondo la testimonianza di Fabrizio Braschi, ex sindaco di Calenzano, era noto in paese "per la passione per i minorenni già prima della fondazione del Forteto".
Dopo 23 sedute in cui ha ascoltato 53 testimoni, la commissione - presidente Stefano Mugnai (Pd), vicepresidente Paolo Bambagioni (Pdl), Maria Luisa Chincarini (Centro Democratico), Dario Loci (Gruppo Misto), Monica Sgherri (Sinistra e Verdi) - ha indicato nel Fiesoli il guru, l'anima del Forteto. Capace di avere un "concubino", un ragazzo la cui storia sembra il riassunto delle pratiche consumate fra le pareti della cooperativa: dall'abuso sessuale al plagio affettivo; dal lavoro massacrante alle botte; fino alle confessioni, davanti a tutti, di cose mai avvenute. Così come sgomenta, nella lettura delle pagine, la storia della ragazza costretta ad avere rapporti sessuali sia col padre affidatario che con la madre affidataria. Al Forteto "veniva incentivata l'omosessualità e osteggiata l'eterosessualità".
Non a caso, nascevano pochi bambini. Le nuove energie venivano reclutate attraverso gli affidi che il Tribunale dei minori ha continuato a inviare fino al 2009, quando spuntarono denunce capaci di frantumare quel muro d'omertà difficile da scalfire. Fiesoli faceva il "Profeta" con personalità della politica, della magistratura, della comunità scientifica: sia per accreditare il Forteto come realtà produttiva e sociale; sia per allacciare contatti utili a rafforzare la rete. La commissione scrive: "Ecco un elenco dei personaggi che, a vario titolo, e con differenti modalità, passano dal Forteto: Edoardo Bruno, Piero Fassino, Vittoria Franco, Francesca Chiavacci, Susanna Camusso, Rosi Bindi, Livia Turco, Antonio Di Pietro, Tina Anselmi, Claudio Martini, Riccardo Nencini, Paolo Cocchi, Michele Gesualdi (Presidente Provincia di Firenze), Stefano Tagliaferri (Presidente Comunità Montana del Mugello), Alessandro Bolognesi (Sindaco di Vicchio), Livio Zoli (Sindaco di San Godenzo e Londa), Rolando Mensi (Sindaco di Barberino di Mugello)". Eppoi presidenti del Tribunale per i minori: Francesco Scarcella, Piero Tony, Gianfranco Casciano. L'attuale procuratore, Massimo Floquet, afferma: "Una volta fui inviato al Forteto, dove andavano altri colleghi, non solo del tribunale. Non andai. ma dico, in perfetta buona fede, che fu solo perché, essendo romano, il sabato tornavo a casa".
Poco dopo la nascita del Forteto, nel 1985, Fiesoli e un cofondatore, Luigi Goffredi, vennero condannati per maltrattamenti e atti di libidine. E, nel 2000, la Corte europea per i diritti dell'uomo li condannò a pagare 200 milioni per i danni morali subiti dai due figli di una coppia di emigrati in Belgio. Ma gli affidi continuarono. Anche se affioravano dubbi. E nonostante le proteste degli abitanti di Dicomano, irritati per l'allontanamento coatto di due bambine dalla loro famiglia. Risultato? L'ordine, dentro il Forteto, di non fare acquisti a Dicomano.
E ora? Mugnai, a nome della commissione, vuole che la Regione (che negli anni ha sovvenzionato il Forteto con 1 milione e 251 mila euro per attività agricola), si costituisca parte civile. Il governatore, Enrico Rossi, è d'accordo. Dicono che l'iniziativa sia utile anche per contribuire a risarcire gli ex bambini-schiavi. Ma la politica, tutta la politica, stia più attenta: guardi "sotto il tappeto", quando va a cercar voti.
di Sandro Bennucci
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