Firenze, 26 aprile 2013 - Il linguaggio dei segni: viaggia sulla rete, sentieri di Facebook, un volantino già conosciuto da molti, tipo «vademecum», su furti e dintorni. Riporta infatti tutti i simboli cerchi, linee e lettere — che i topi di appartamenti (nel foglio sono citati gli zingari) tracciano, o traccerebbero, nei pressi di palazzi, citofoni, pulsantiere, portoni e stipiti delle porte d’ingresso delle abitazioni per memorizzare, o per ricordare ai loro ‘soci’ dove è più facile e redditizio andare a colpire.

Specie in previsione della bella stagione e d’assenze più lunghe (week end, ponti e ferie, crisi permettendo) dei proprietari dalle rispettive abitazioni. Questo genere di volantini con i segni in codice che, secondo alcuni, sarebbero resi indelebili addirittura con una «mano» di mercuriocromo, è una variante delle catene di Sant’Antonio; ritorna periodicamente, con picchi più o meno alti di diffusione e attestandosi a metà tra verità e leggenda metropolitana. C’è chi parla di bufala vera e propria.

«Abbiamo fatto e facciamo accertamenti — spiega un investigatore della Mobile che indaga su furti commessi in serie, a ripetizione, da batterie di ladri — alcune volte in effetti abbiamo notato segni strani. Ma occorrono dei riscontri precisi, e non sempre li abbiamo trovati». Non è una smentita secca, può essere presa come una indicazione utile, ‘probatoria’ sulla veridicità della pratica di contrassegnare gli obiettivi ‘sensibili’.

Molti però obiettano che è abbastanza improbabile che malviventi organizzati utilizzino a lungo simboli in codice il cui significato, prima o dopo diventa conosciuto ai cittadini. E’ come se militari comunicassero tra loro con un «cifrato» già conosciuto dal nemico. Altra obiezione: ammesso che di zingari si tratti, sbirciare sulle case di un quartiere il ‘codice’ costituito da segni poco appariscenti, difficilmente li farebbe passare inosservati.

COMUNQUE: ecco indicate nell’ (ultimo?) volantino che gira in rete le dimore ricche, come quelle disabitate; dove in famiglia c’è un cane oppure l’impianto di allarme, o in cui vivono appartenenti alle forze dell’ordine. E ancora, abitazioni dove non c’è niente di interessante, abitate da donne sole e perfino i momenti in cui i ladri mandano a futura memoria i ‘suggerimenti’ su quando passare all’azione: alla domenica, al mattino, di notte, al pomeriggio. Bontà loro i sedicenti ladri indicano anche i punti in cui è inutile insistere.

Siccome si parla spesso di ‘sicurezza partecipata’ si nota che il volantino è ‘firmato’ Noi poliziotti per sempre. Da intendersi non come effettivo gruppo di agenti, ma come persone che in qualche modo cercano di diventare co-tutori della sicurezza pubblica.

GIRANO infine raccomandazioni del tipo: fate attenzione perché i segni sono volutamente poco visibili ai nostri occhi di ‘profani’ (e vittime, vere o potenziali) perché sono incisi con una punta molto sottile. E a parte la ovvia indicazione di segnalare subito la circostanza al 112 o al 113, si consiglia di modificare i segni. Che i ladri indichino pure dunque. E che i cittadini ‘depistino’.

di giovanni spano