Firenze, 19 maggio 2013 - Rilevatori di cellulari per scovare i furbetti 2.0 dell’esame di maturità. La proposta è stata lanciata al neo-ministro Maria Chiara Carrozza dall’associazione nazionale presidi e dal Gruppo di Firenze, che riunisce alcuni dirigenti e insegnanti che da anni si battono per “una scuola del merito e della responsabilità”.
La realtà invece ci racconta di regole puntualmente aggirate. Di siti internet che poco dopo l’inizio degli scritti diffondono le versioni già tradotte. Per non parlare delle diavolerie elettroniche come l’orologio dotato di connessione. Insomma, consegnare il cellulare prima dell’inizio della prova non basta più. Tra i firmatari del documento c’è Roberto Curtolo, dirigente del Russell Newton di Scandicci. “Condivido la lettera, ma penso che il problema sia molto più ampio. E che vada aldilà dell’intervento-tampone dei rilevatori di cellulari”. “Siamo di fronte ad un problema di consapevolezza del nostro sistema scolastico, che deve riguadagnare credibilità nel suo complesso – argomenta il preside -. Invece, il lassismo di certe commissioni e la superficialità con cui alcuni ragazzi affrontano l’esame ci fanno capire che c’è ancora molta strada da fare”. Curtolo non è mai stato diretto spettatore di episodi da “furbetti del telefonino”. “Tutto dipende dall’approccio del presidente di commissione e degli stessi commissari. Bisogna far capire l’importanza di affrontare lealmente l’esame”.
Insomma, è tutta una questione di rispetto delle regole. Ma la serietà della scuola si deve respirare giorno dopo giorno tra i banchi. “Non sempre è così, però”, allarga le braccia Curtolo. Sulla stessa scia il presidente regionale dell’associazione nazionale presidi, Massimo Primerano, che di fronte agli episodi di illegalità ha sempre usato il pugno di ferro: “Copiare alla maturità significa anche non avere rispetto dei compagni. L’idea dei rilevatori è interessante. L’obiettivo è quello di restituire serietà all’esame di Stato. La ‘fuga di notizie’ che si ripete ogni anno ci fa capire però quanto le regole siano aggirabili. Basta un IPad ben nascosto e il gioco è fatto”. Anche il preside del Saffi Valerio Vagnoli non ha mai dovuto espellere nessun diplomando in cerca di scorciatoie: “I ragazzi capiscono subito la mia intransigenza. Lo dico subito che non devono vincere i più furbi”.
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