Firenze, 19 maggio 2019 - «SHOT AND GO, bevi e vai, bevi finché ce la fai», ammicca la notte fiorentina. Il diktat di Palazzo Vecchio che proibisce la pubblicità alcolica si è perso in un bicchiere... di vino. «Tre bottiglie per soli 10 euro», dalla vetrina di un esercizio nei pressi di piazza Santa Maria Novella, un cartello in inglese strizza l’occhio ai turisti a caccia di sballo. Un vizio quello del «bevi tre, paghi due» che neanche la minaccia dei 500 euro di sanzione prevista dal Testo unico sugli enti locali è riuscita a scongiurare. Proprio così, Santa Croce come la zona a ridosso di piazza Santa Maria Novella e San Lorenzo fanno orecchie da mercante di fronte al piano di somministrazione di alimenti e bevande, la delibera con cui Palazzo Vecchio ha introdotto il 26 marzo dello scorso anno il divieto di «pubblicizzare con qualsiasi mezzo, visibile dall’esterno del locale offerte speciali che inducano il consumo di alcolici».
PER CAPIRLO basta un giro nell’epicentro della Firenze da bere: «Birra grande in bottiglia due euro» o anche «un euro per una lattina», l’offerta è talmente allettante e conveniente che un gruppo di ragazzi si precipita all’interno del locale. «Inutile fare le leggi se non si fanno rispettare», attacca Aldo Cursano, presidente Fipe Toscana. Un copione che si ripete in Santa Croce: «Tre bottiglie di vino nove euro», un gruppetto di americane si precipitano al frigorifero del kebabbaro. Come in via Palazzuolo: «discount 15%» sul prezzo del vino. In San Lorenzo, altra offerta, altro giro di bevute. Prezzi da battaglia gridati a squarciagola per reggere alla crisi: dagli speciali «sconti per studenti» alle offerte «wine Toscana». Nella notte fiorentina, soprattutto i gestori dei minimarket ma anche qualche barettino che utilizza lavagnette, tirate fuori e riempite solo di notte, fa a pugni per far sapere che «tre shots» costano solo tre euro o che tre «Peroni» si portano a casa con quattro euro. Diversi sono anche gli esercizi che espongono in bella vista i prezzi delle bevute. Difficile stabilire, in questo caso, se si tratti di offerta o dello spezzone di un listino visto che il regolamento comunale proibisce l’«intenzione» promozionale, senza specificare limiti tangibili.
INSOMMA, una giungla quella della pubblicità alcolica a cui anche il nuovo Patto per la Notte cercherà di mettere un freno: «I titolari degli esercizi che aderiscono — spiega Daniele Locchi, presidente Vivacity Confesercenti — si impegnano e non promuovere in nessun modo l’abuso di sostanze alcoliche». Sara Biagiotti, assessore allo Sviluppo economico crede molto nel Patto che quest’anno, a partire dall’ultimo weekend di maggio, «ingloberà anche molti locali che l’anno scorso non avevano firmato». «In più — continua l’assessore — sempre quest’anno chiederemo agli esercizi di applicare prezzi diversi per bevande alcoliche e analcoliche che dovranno costare meno». Alla fine il buon prezzo fa gola anche agli irriducibili ‘assetati’. Se l’amministrazione si impegna a inserire un numero maggiore di cestini tra le strade della movida, il modello della patente a punti, con tanto di premi e sanzioni, salta: «Ci sono già leggi e norme a livello nazionale che pensano a punire chi sbaglia — spiega l’assessore Biagiotti —, sono leggi che vanno rispettate, su questo saremo molto rigidi. Il Patto è un passo in avanti rispetto alla legislatura esistente, un accordo tra le categorie economiche, l’amministrazione, le forze dell’ordine e i gestori». Anche il presidente del Quartiere 1 Nicola Benvenuti è dello stesso parere: «Si tratta di un problema difficile, ci arrivano continuamente segnalazioni di residenti che non riescono a dormire. Stiamo lavorando per sensibilizzare gestori e giovani».
Rossella Conte
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