Firenze, 26 maggio 2013 - "Troppi profili di quel tragico disegno rimangono ancora oscuri. Spesso verita' storica e giudiziaria non si sovrappongono". Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, durante una cerimonia a Firenze in occasione del XX anniversario della strage di via dei Georgofili. "Le sentenze - ha detto Grasso - hanno accertato le responsabilita' di esecutori e parte dei mandanti, quelli mafiosi naturalmente".

GEORGOFILI, PER NON DIMENTICARE/VIDEO

QUELLA TERRIBILE NOTTE/FOTO INEDITE

"Hanno confermato che erano parte di un programma per scuotere dalle fondamenta l'ordine pubblico - ha continuato Grasso - per cercare di influenzare una situazione politica ed economica incerta". Grasso ha ricordato che sono stati i giudici fiorentini ad usare per la prima volta "il termine terrorismo mafioso". Dopo aver ricordato i magistrati fiorentini Gabriele Chelazzi e Piero Luigi Vigna e gli attuali titolari delle indagini, il procuratore di Firenze Giuseppe Quattrocchi e sostituti Alessandro Crini e Giuseppe Nicolosi, Grasso ha aggiunto: "Bisogna insistere perche' gli eventi vengono ricostruiti in tutte le loro implicazioni e sfaccettature, senza aver paura, senza omissioni, perche' solo la verita' puo' dare onore ai morti e ai sopravvissuti".

"Individuare mandanti a volto coperto e se ci furono contatti fra mafia e pezzi delle istituzioni". E' quanto ha chiesto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, durante la cerimonia di consegna delle targhe ai soccorritori che intervennero. Firenze ricorda il XX anniversario dell'attentato, che accadde il 27 maggio '93, con una serie di iniziative. La prima si e' svolta nella sede della Regione Toscana alla presenza del presidente del Senato, Pietro Grasso, e della presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage dei Georgofili, Giovanni Maggiani Chelli.

Rossi ha ricordato come i soccorritori "contrapposero al messaggio della violenza estrema il messaggio della solidarieta' e della legalita'. La citta' ferita reagi'. Questa e' la spina dorsale della democrazia".
Riguardo la ricerca della verita' "ci impegnano a non fermarci - ha concluso Rossi - le indagini non si chiudono e anche la memoria deve rimanere vigile".