Firenze, 26 giugno 2013 - Firenze recupera il “volto” di Rossella Casini, la giovane studentessa fiorentina scomparsa nel 1981 in Calabria e vittima innocente di una sanguinosa faida di 'ndrangheta.

Il ritrovamento della foto negli archivi dell'Università di Firenze oggi, è il frutto di un percorso curato da Andrea Bigalli coordinatore regionale dell'associazione “Libera-Toscana” e da Francesca Chirico, giornalista calabrese che alla giovane Rossella ha dedicato nel 2013 un suo libro dal titolo “Donne ribelli in terra di 'ndrangheta”.

Il recupero della foto, tratta dal libretto universitario, di una giovane ragazza di 19 anni, uccisa dalla 'ndrangheta per aver collaborato con la giustizia, “significa - dice Andrea Bigalli - ricordare che gli individui si riconoscono, anche nella loro dignità personale, nei tratti somatici della faccia, che è elemento distintivo di ogni persona da un'altra”.

La  storia  nasce alla fine degli anni '70 con un normale rapporto d'amore, serio e apparentemente tranquillo, quello tra Rossella e Francesco Frisina, uno studente universitario calabrese domiciliato e conosciuto nel suo stesso stabile di Borgo la Croce.

Un rapporto trasformatosi improvvisamente in incubo a causa dell'uccisione del padre di lui a Palmi per opera del clan Condello e di cui Rossella sarà testimone oculare. Qui, l'inizio di un percorso rocambolesco segnato dalla paura, da lotte tra faide.

Estranea per cultura alla forza dell'omertà, Rossella tirerà fuori la sua naturale voglia di testimoniare per la legalità, riuscendo persino a convincere il fidanzato a collaborare, andando contro gli stessi interessi della sua famiglia. Voleva salvare quell'amore, Rossella, che l'avrebbe condotta nel “luogo del non ritorno”. Dopo la scomparsa nel febbraio del 1981, l'attenderà una morte cruenta, che secondo quanto rivelato nel 1994 da un pentito siciliano, fu voluta dalla sorella del fidanzato e ritenuta mandante dell'omicidio.

Una storia due volte drammatica perché oggi Rossella non ha neppure familiari che possano tenerne in vita la memoria. “Libera - dice Bigalli - si occupa anche di tenere i contatti con i parenti delle vittime. Ma nel caso di Rossella, figlia unica, non ce ne sono. Clara e Loredano, i genitori, sono morti prima dell'emissione “dell'ingiusta sentenza definitiva” che ha assolto gli imputati e mandanti per mancanza di prove.

Ma oggi Rossella è stata adottata dalla collettività, dalla città di Firenze, da Libera, che a lei sta intitolando sempre più presidi come quello di Viareggio. E' diventata protagonista di uno spettacolo dal titolo “Ultimo domicilio: sconosciuto” di Fiamma Negri e Giusi Salis, dedicato al viaggio delle donne verso la libertà.
Dal sud giungono segnali positivi. “Anche se in Calabria - dice la giornalista Chirico - è come se Rossella non fosse mai passata perchè considerata forestiera, i calabresi  oggi, dopo il racconto della storia, reagiscono con sdegno e tristezza”.

“Sarebbe un sogno per me - conclude la giornalista Chirico - riuscire a portare in giro la storia di Rossella, con percorsi culturali, raccontando la storia di una ragazza bellissima, divertente ma anche determinata. Vogliamo risvegliare la “luce” di un volto, restituirla alla sua città, riparare il torto da lei subito, revisionare un percorso di mala giustizia”. Obiettivi questi tesi a valorizzare non le semplici emozioni, ma quelle che  associandosi al sentimento possono diventare un  punto di forza per “imparare a saper reagire”.


di Salvatore La Lota