Firenze, 3 dicembre 2013 - Una condanna e un patteggiamento respinto: questo l'esito del primo grado di giudizio su episodi di concussione per induzione (diventato ora 'induzione indebita a dare o promettere utilita''), tentata concussione e induzione alla corruzione scoperti all'Agenzia delle Entrate di Firenze e sui quali indagò la guardia di finanza.
Sul banco degli imputati c'erano il direttore provinciale dell'Agenzia delle entrate di Firenze, Nunzio Garagozzo, e il commercialista Silvio Mencucci, ritenuto dalla pubblica accusa suo complice e intermediario.
Il giudice Francesco Bagnai di Firenze, nel processo con giudizio immediato, ha condannato Mencucci a 4 anni e 8 mesi per i reati di concussione per induzione, tentata concussione, induzione alla corruzione, mentre per Garagozzo ha respinto la proposta di patteggiamento, formulata col consenso del pm Paolo Barlucchi, a una condanna di 3 anni per analoghi reati: il giudice ha detto 'no' al patteggiamento ritenendo la pena proposta incongrua e sproporzionata, sia rispetto alla gravità dei fatti, sia alla reiterazione del reato.
In seguito alla decisione di oggi, dunque, Garagozzo (nel frattempo sospeso dal servizio), verrà quindi giudicato con rito immediato da un altro giudice. Quanto a Mencucci, la sua difesa ha annunciato che farà ricorso in appello.
Dalle indagini emersero alcuni episodi tra il 2012 e il 2013 in cui Garagozzo e Mencucci avrebbero agito dietro pagamento di tangenti, il 'buon esito' di alcune pratiche presso l'Agenzia delle entrate
Secondo l'accusa Mencucci era l'intermediario che avvicinava i professionisti cui proporre come 'pilotare' a loro favore le pratiche, mentre Garagozzo, grazie al suo ruolo, avrebbe poi agito di conseguenza dall'interno dell'Agenzia delle entrate.
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