Firenze, 5 dicembre 2013 - "LA NOSTRA UNIVERSITÀ è sotto sfratto, non sappiamo dove andare e non abbiamo più soldi. Lo Stato non ci fa arrivare i fondi e la nostra scuola rischia di chiudere". E’ un appello accorato quello che arriva dagli studenti dell’Isia, l’istituto superiore per le industrie artistiche di via degli Alfani. Una scuola statale inserita all’interno dell’alta formazione artistica e musicale del Miur che vanta docenti di tutto rispetto ed allievi che hanno fatto strada.
"Come una studentessa che ha vinto una borsa di studio alla Nasa. E la nuova Cinquecento è stata disegnata da uno di noi", ci tiene a sottolineare uno studente del secondo anno. La realtà quotidiana deve però scontrarsi contro lo sfratto e la mancanza di fondi per poter sperare in una sede nuova. "Una questione annosa - sospira il vicedirettore dell’Isia, Stefano Bettega - Dobbiamo lasciare l’attuale sede, di proprietà dell’Istituto degli Innocenti, per la quale spendiamo 68mila euro l’anno, utenze escluse. Tutti soldi che ci dà il Ministero, perché noi a bilancio non abbiamo nulla". Al posto dell’Isia in via degli Alfani dovrebbe arrivare l’Unicef. "Da anni stiamo cercando una nuova sede, ma ci scontriamo contro i tagli ministeriali". Ma i 200 studenti sono pronti a dar battaglia.
di Elettra Gullè
Intanto, dal Comune si apprende che il Consiglio comunale affronterà lunedì il caso dell'ISIA.
Sinistra Ecologia Libertà chiede di “Intervenire subito per scongiurare la chiusura”. La proposta del consigliere comunale fiorentino di SEL Tommaso Grassi è: “Individuare una sede tra quelle inserite nel federalismo demaniale”; mentre la senatrice Alessia Petraglia fa sapere: “Chiederemo un incontro urgente al Ministro Carrozza e presenteremo in Senato una mozione per salvare l'ISIA”. “Firenze non può permettersi di perdere un centro di eccellenza come l'ISIA, la cui esistenza è messa in pericolo dal taglio statale ai fondi per la didattica e dalla reticenza nel risolvere, una volta per tutte, l'annosa questione della sede. Occorre intervenire subito, nell'interesse dei docenti, degli studenti e dell'intera città di Firenze, per la quale la scomparsa dell'ISIA rappresenterebbe la scomparsa di un patrimonio culturale e formativo inestimabile”: affermano la senatrice di Sinistra Ecologia Libertà, Alessia Petraglia, e il consigliere comunale fiorentino di SEL Tommaso Grassi, alla luce dell'incontro di questa mattina tra il vicedirettore dell'istituto di via degli Alfani, prof. Stefano Bettega, i rappresentanti degli studenti, e alcuni rappresentanti di SEL Firenze.
“Dall'incontro di oggi è emersa la necessità di un intervento immediato – proseguono i due esponenti di SEL – Occorre, prima di tutto, risolvere il nodo della sede: da dieci anni l'ISIA attende di trasferirsi a Scandicci, in un immobile ancora da ristrutturare e per il quale si attende lo stanziamento di fondi dal Ministero. Uno stanziamento che non è arrivato e che fa sì che oggi, a seguito dello sfratto da via degli Alfani, l'ISIA sia prossimo a rimanere senza sede, nell'indifferenza dell'Amministrazione comunale”. “C'è poi il nodo della didattica – proseguono – sulla quale pesa il taglio dei finanziamenti statali a partire dal prossimo anno: l'ennesimo colpo di scure su un'istituzione universitaria pubblica, che sarà costretta ad intervenire su borse di studio ed offerta formativa, a scapito degli studenti e del diritto allo studio”. “La politica, e la sinistra in particolare – dicono ancora – hanno il dovere di dare risposte. Il 23 dicembre, il Consiglio comunale dedicherà la discussione alla situazione dell'ISIA, ma già lunedì prossimo SEL porterà in aula la questione, chiedendo all'amministrazione di individuare una struttura idonea ad ospitare l'ISIA nell'ambito di quelle comprese nel percorso di federalismo demaniale. A Roma, chiederemo subito un incontro alla Ministra Carrozza e a breve, depositeremo in Senato una mozione per chiedere al Ministero risorse straordinarie per garantire il trasferimento nella nuova sede di Scandicci e un incremento dei finanziamenti destinati a questo segmento dell'istruzione universitaria pubblica, con il recupero dei tagli effettuati negli scorsi anni". “Non basta riempirsi la bocca di apprezzamenti per il genio fiorentino, ripetere come un mantra che la creatività e il Made in Italy permetteranno al nostro paese di uscire dalla crisi – concludono Petraglia e Grassi – Occorrono risorse e azioni concrete: salvare un luogo di formazione pubblico, dove si diffondono saperi e si creano le competenze necessarie per preparare professionisti del design in grado di giocare da protagonisti nel mondo, deve essere una priorità. Ogni euro speso oggi in istruzione e formazione è un investimento su cui costruire le fondamenta del futuro”.
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