Firenze, 16 dicembre 2013 - Si è concluso con quattro condanne, la più alta a 4 anni di reclusione, e due assoluzioni il processo per la morte dei tre operai che precipitarono il 2 ottobre 2008 da una piattaforma utilizzata per la costruzione del pilone di un viadotto per la Variante di valico, a Barberino del Mugello.
Tra gli imputati assolti Alfonso Toto, ad della Toto costruzioni generali, azienda vincitrice dell'appalto la quale, come responsabile civile, dovra' pagare insieme ai condannati, in solido tra loro, oltre 820.000 euro di risarcimento all'Inail (riconosciuta intanto una provvisionale di 400.000 euro).
Applicata inoltre alla Toto una sanzione amministrativa di 360.000 euro. Nominato poi dal giudice fiorentino un commissario giudiziale, nella persona del dirigente dell'uo Grandi opere presso l'Asl di Firenze o di un suo delegato, affinche' rediga un apposito modulo organizzativo a cui Toto dovra' attenersi per procedere con i lavori sulle piattaforme sempre per il cantiere della Variante di valico. Ordinata infine anche la confisca dei profitti per i lavori effettuati con le piattaforme.
Tra i quattro condannati, tutti per omicidio colposo, due sono dirigenti-dipendenti della Toto: Francesco Talone, a cui sono stati inflitti quattro anni di reclusione, e Alessandro Toscan, condannato a tre anni. Gli altri
due condannati sono Augusto Antonini e Alessandro Bonanni, titolare dell'Antonini srl e legale rappresentante della Manutenzioni strade srl, due aziende che lavoravano in subappalto: due anni e mezzo di reclusione
a entrambi. Insieme ad Alfonso Toto assolto un suo preposto, Francesco Contu, per il quale aveva chiesto l'assoluzione lo stesso pm. Il giudice ha anche disposto una sanzione amministrativa per Manutenzioni strade
di centomila euro.
I tre operai morti, Giovanni Mesiti, 49 anni, di Locri (Reggio Calabria), Rosario Caruso, 26 anni, di Sinopoli, e Gaetano Cervicato, 45, di Melito (Napoli) precipitarono da circa 40 metri per ''lo sganciamento della
pedana sulla quale si trovavano''. Un quarto operaio si salvo' per miracolo. Per l'accusa l'incidente fu causato dall'errato montaggio del sistema di ancoraggio: per il serraggio del cono sarebbe stata usata una vite di
dimensioni inferiori a quelle prescritte. La piattaforma era stata montata il giorno prima dell'incidente.
Altri due imputati dell'inchiesta erano gia' stati condannati in primo grado l'anno scorso.
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