Firenze, 18 gennaio 2014 - Lasciate ogni speranza o voi che entrate. E pure voi che uscite. Perché nell’inferno della superstrada Firenze-Siena prima o poi capita a tutti di finire. Il moncone di asfalto che immette nella grande rotatoria dello svincolo autostradale, è ormai immutabile da anni. Due carreggiate ristrette, una per senso di marcia, che si saturano durante l’ora di punta. E mentre gli automobilisti stanno in coda, non possono fare a meno di guardare il panorama. Ossia il raddoppio delle corsie, incompleto ormai ‘nei secoli dei secoli’. Il cantiere è fermo, e rientra tra le opere del famigerato bypass del Galluzzo stoppate dall’inchiesta sulle terre di scavo delle gallerie della procura fiorentina e dal fallimento delle ditte che avevano l’appalto delle opere. Ma qualcosa si potrebbe fare, lo chiedono le istituzioni, lo chiedono i pendolari che ogni giorno si muovono sull’asse Firenze-Siena e che subiscono quotidianamente questo strazio.
Perché non aprire almeno il raddoppio delle carreggiate, in attesa di ricominciare coi lavori, completare i tunnel e aprire al traffico almeno fino alla rotatoria dell’A1? Una risposta difficile da avere, visto che l’opera è a carico di autostrade per l’Italia e fino a quando non saranno sbloccate le terre di scavo non si possono indicare tempi certi.
Quello dello svincolo d’uscita non è l’unico problema di questa strada gestita da Anas, nata nel 1964 per dare un collegamento migliore tra Firenze e Siena, e che 50 anni dopo, non avendo subito ammodernamenti radicali, dimostra tutti i suoi limiti. In tutto 56 chilometri per 14 uscite, niente corsia di emergenza, ma una identificazione come raccordo autostradale e soprattutto a più riprese il tentativo di far pagare anche il pedaggio per questa sua classificazione. L’Autopalio, come la chiamano in molti, è stata battezzata nel 2001 raccordo autostradale 03. Una denominazione che non è comparsa mai sulla segnaletica fino al settembre 2013, quando sono cominciati i lavori di manutenzione straordinaria col cambio della segnaletica (da blu a verde) che ha la dicitura RA3.
Soldi per i cartelli, ma anche la tentazione di mettere un pedaggio. Sventato il primo blitz del luglio 2010, quando l’Autopalio venne inserita nella finanziaria e il pedaggio di un euro veniva prelevato a tutti coloro che transitavano dal casello dell’A1 di Firenze Impruneta (che la imboccassero o meno), sventato il secondo tentativo di novembre scorso quando con l’ennesimo emendamento alla legge di stabilità si voleva ripresentare l’ipotesi di metterla a pagamento.
Un balzello contestato dagli amministratori che ad Anas chiedono una ristrutturazione radicale della strada, classificata come una delle arterie viarie più pericolose della Toscana. Curve cieche, buche, asfalto che cede, sono costanti che in questi anni hanno accompagnato gli automobilisti passati da quelle parti. Sono in corso gli ennesimi lavori di manutenzione, pavimentazione e asfaltatura, ai quali seguiranno altri interventi per l’adeguamento delle barriere e per la manutenzione dei tratti in galleria. Secondo la tabella di marcia indicata da Anas, dovrebbero finire entro settembre 2014. Ma saranno lavori destinati ad avere una durata limitata: servono interventi strutturali, altrimenti saranno solo opere di ‘rattoppo’. Una battaglia che va avanti da tempo, quella degli automobilisti, che chiedono un collegamento migliore tra Firenze e Siena, ma anche tra Siena e Grosseto. E che si scontra da sempre con lungaggini burocratiche, ritardi, cantieri infiniti.
Fabrizio Morviducci
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