Firenze, 30 gennaio 2014 - ALMENO un centinaio di euro da spendere e una connessione internet. Basta un telefonino visto che pure i “tradizionali” siti di escort si stanno spostando sui social network. I ricercatori dell’università di Trento l’hanno chiamata cyberprostituzione, e Firenze è salda ai vertici della classifica, subito alle spalle della capitale e delle grandi città del nord. Basta un click e il mestiere più vecchio del mondo diventa il più nuovo.
L’ANNUNCIO Ci sono siti specializzati, inequivocabili e vietati ai minori di diciotto anni (ma come impedire a un navigante ragazzino di accederci?), dove le parole “escort”, “luci rosse” o “trasgressione” la fanno da padrone. Per esserci con annuncio e foto, le ragazze spendono circa 500 euro alla settimana. Non sono pochi, ma questo rende l’idea del business che gira intorno a questa attività. Come vengono inseriti gli annunci? Ci sono siti più “caserecci” per cui i loro incaricati si prendono la briga di contattare le ragazze già presenti su altri siti. Quelli più attrezzati, accettano bonifici on line e quindi per inserire il proprio annuncio basta un computer e una carta di credito.
L’APPUNTAMENTO Il contatto è quasi sempre per telefono, anche se ultimamente stanno proliferando “discreti” approcci via e-mail. Nelle regole, scritte negli annunci, della prostituzione on line, non sono ammessi sms dei clienti ma soprattutto numeri anonimi. Vedere in chiaro il numero di telefono del cliente è una piccola sicurezza per la ragazza, qualora si trovasse di fronte un malintenzionato. Raramente, l’annuncio riporta l’indirizzo dove la donna riceve, al massimo viene indicata la zona della città. Questi dettagli verranno forniti per telefono, quando viene fissato l’appuntamento.
IL PREZZO E’ molto più elevato rispetto alla “vecchia” prostituzione in strada, dove i rapporti vengono consumati in macchina e talvolta addirittura a cielo aperto. Si parte da un minimo di cento euro, ma il prezzo lievita in base alla bellezza della ragazza e pure all’ambiente in cui essa riceve. Il tariffario sale anche secondo le richieste del cliente. E per soddisfare le voglie più perverse, la rete non è seconda a nessuno.
LE TRUFFE Ma internet, si sa, è pure la patria del “fake”, del falso. “Ma sei davvero quella della foto?”, chiedono i clienti, intercettati dalla polizia, alle ragazze che postano foto di corpi perfetti ma volti oscurati. La “truffa”, se così vogliamo chiamarla, è sempre in agguato. Per vincere la diffidenza, capita di leggere in bella evidenza “foto reali”. Lo saranno davvero?
RACKET O FAI DA TE Ma chi mette a disposizione l’appartamento, chi fornisce il cellulare, chi suggerisce le indicazioni o le “dritte” per i clienti? Indagini della sezione buoncostume della squadra mobile fiorentina e pure la recente inchiesta-scandalo “Bella vita” condotta dalla polizia postale, hanno dimostrato che, sulla testa delle ragazze, ci sono organizzazioni internazionali che provvedono a tutto questo. Le ragazze del web in patria sono studentesse che, con una settimana, due, o al massimo un mese in Italia, riescono a guadagnare i soldi necessari per mantenersi all’università. A un livello ancora più alto - quello scoperto all’hotel Mediterraneo, ad esempio – il primo contatto avviene non direttamente con la ragazza, ma con un’agenzia con sede all’estero – che risponde all’sms del cliente indicando una “presentazione” della escort, la tariffa e l’ubicazione.
C’è anche chi è fuori da questi meccanismi. Sono donne definite “stanziali”, talvolta si dedicano alla prostituzione per necessità o entrano ed escono a seconda del momento economico che vivono. Le italiane? Minoranza. Anche se l’essere italiano è considerata una qualità, vista l’abbondanza di etnie che popolano il mercato. Non ultimo, le cinesi che, come accadde in altri “settori” la concorrenza la fanno sul prezzo.
Stefano Brogioni
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