Firenze, 7 ottobre 2017 - Prima le polemiche, poi il crollo. Non ha pace l'esposizione delle opere dell'artista svizzero Urs Fisher, tra i protagonisti del panorama internazionale dell'arte contemporanea, in piazza Signoria a Firenze. Fisher ha portato nel cuore del capoluogo toscano tre statue, una grande scultura di circa 12 metri, in metallo, dalle forme primordiali, 'Big Clay #4', e due copie in cera del curatore dell'esposizione Francesco Bonami e di Fabrizio Moretti, il presidente della Biennale dell'antiquariato coinvolta nell'organizzazione della mostra stessa.
Le due statue in cera, sistemate sull'arengario di Palazzo Vecchio, erano dotate di un meccanismo interno che avrebbe dovuto portarle a sciogliersi lentamente durante il periodo di esposizione. Ma giovedì scorso, tra sorpresa e spavento, verso le 19,15, una delle due statue in cera è improvvisamente rovinata al suolo. Quello che non hanno potuto le polemiche, ha potuto probabilmente il basamento, forse non proprio realizzato ad arte.
L'arengario di Palazzo Vecchio è stato subito transennato, anche se non si sono verificati danni a cose o persone. È stata prontamente richiesta una verifica alla ditta responsabile della realizzazione e certificazione del basamento, così come sarà realizzata un'ulteriore perizia tecnica affidata a terzi, ad integrazione di quelle già acquisite, al fine di verificare la stabilità delle opere e il rispetto delle condizioni di sicurezza. In corso naturalmente anche le perizie assicurative per valutare il danno derivante dalla rottura della statua.
Per precauzione, nella notte, anche la seconda statura in cera sarà rimossa temporaneamente per poter effettuare un ulteriore controllo sempre sul basamento. «Le responsabilità per quello che è successo devono essere individuate fino in fondo ed è quello che io ho chiesto alla mia amministrazione ed ai miei uffici», ha ribadito anche oggi il sindaco Dario Nardella, ma - ha aggiunto - «non è l'incompetenza o la superficialità di chi ha progettato male un basamento che cambierà la nostra politica culturale per la città».
Fischer, che si rese famoso nel 2011 alla 50/a Biennale di Venezia, proprio facendo sciogliere una copia in cera a grandezza reale del 'Ratto della Sabine' del Giambologna, è il terzo artista contemporaneo a esporre le sue opere in piazza Signoria, secondo un progetto voluto dal comune di Firenze. Il primo, accolto anche allora da non poche polemiche e critiche, era stato Jeff Koons con il suo provocatorio e dorato 'Pluto e Proserpinà, lo scorso anno invece era toccato al belga Jan Fabre che aveva scelto per piazza Signoria una tartaruga gigante. Per Fischer e il suo grande 'Big Clay' ai commenti salaci dei fiorentini sui social si sono aggiunti anche quelli di critici d'arte, come Philippe Daverio e Vittorio Sgarbi.