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Tre evasi da Sollicciano, caccia agli uomini. "Il muro non sorvegliato perché pericolante"

Tre rumeni sono scappati dal carcere questa sera. Il sindacalista: "Pericolo segnalato da tempo"

L'ingresso del carcere di Sollicciano (New Press Photo)

Firenze, 20 febbraio 2017 - Tre reclusi del carcere fiorentino di Sollicciano sono evasi questa sera intorno alle 20. Secondo le prime informazioni sono rumeni, e sono finiti in carcere dopo una serie di furti, rapine e spaccate varie. Sembra che per fuggire dal carcere i tre  dopo aver divelto le sbarre si siano calati dal muro di cinta del carcere usando una catena di lenzuola.  Secondo quanto si apprende, ad accorgersi dell'evasione gli agenti penitenziari durante il controllo, probabilmente una mezz'ora dopo la fuga. I tre detenuti potrebbero essersi  allontanati in macchina; forse c'era qualcuno ad attenderli.

Tutti e tre gli evasi - si chiamano Ciocan Danut Costel, Bordeiano Costel e Doncin Constantin Catalin - sono componenti di un'organizzazione specializzata in furti e spaccate che era stata smantellata dai carabinieri tra Firenze e Lucca nei primi giorni di febbraio. La banda, composta da 25 persone tutte romene, era specializzata in azioni fulminee: in media un minuto e mezzo a colpo, per fare razzia preferibilmente di gioielli, cellulari, tablet, auto di grossa cilindrata.

Le ricerche sono scattate subito: polizia e carabinieri, insieme alla polizia penitenziaria, hanno già attivato anche alcuni posti di blocco. Vengono svolte anche con i cani molecolari del nucleo cinofili dei carabinieri di Firenze.

 

IL MURO PERICOLANTE - Sono fuggiti scappando dal muro di cinta che "non è sorvegliato perché è stato chiuso in quanto - spiega Donato Capece del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria - pericolante, è venuto giù tutto il parapetto del muro di cinta e non è stato fatto niente per essere ristrutturato e messo in sicurezza". "Già in gennaio - evidenzia - avevamo fatto una nota segnalando il pericolo che ci poteva essere. In quella zona anche la pattuglia automontata non ci può andare perché l'area è chiusa".

Anche Giuseppe Proietti Consalvi, vicesegretario generale dell'Osapp, Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria: "L'inagibilità del muro di cinta era stata già denunciata da un anno e mezzo e l'amministrazione penitenziaria, oltre a fare sopralluoghi non ha provveduto a porre in essere soluzioni al problema denunciato". Proietti Consalvi evidenzia inoltre come "il regime di apertura completa della popolazione detenuta non ha agevolato il controllo e il mantenimento dell'ordine e della sicurezza dell'Istituto, lasciando in pratica da solo il personale di polizia penitenziaria".

Nel gennaio 2015 vi fu un'altra clamorosa fuga da Sollicciano: a evadere in quel caso fu un detenuto di origini marocchine.

Ma il precedente più simile, in anni recenti, risale al marzo 2004 quando cinque detenuti albanesi fuggirono con lo stesso modus operandi, ovvero usando le lenzuola annodate. Uno fu arrestato in Spagna tempo dopo, un altro quasi un anno più tardi.

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