Firenze, 1 settembre 2017 - Inondato da raffiche di insulti per aver difeso gli abbattimenti degli alberi in viale Corsica. È successo al professor Francesco Ferrini, professore di Arboricoltura al Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente dell’Università di Firenze, presidente della Scuola di Agraria e accademico dei Georgofili. Non solo un esperto in materia di alberi, ma uno dei punti di riferimento a livello mondiale sul tema delle piante in città.
Professor Ferrini, cos'è successo?
«Ho mandato al vostro giornale alcune considerazioni sugli abbattimenti in viale Corsica. In pratica spiegavo che la scelta del rinnovo totale è quella tecnicamente più sostenibile e che garantirà maggiore sicurezza. Quando l’intervento è stato pubblicato e poi da me condiviso su Facebook sono partiti gli insulti».
Cosa le hanno detto?
«Di tutto. Mi hanno definito bastardo, hanno ipotizzato che dietro al mio lavoro ci fosse l’interesse di chissà quale lobby… Soprattutto mi hanno hanno dato di ‘corrotto’ e ‘venduto’. Ogni giorno qualche amico mi gira post su pagine e gruppi con nuove offese».
Lei ha rapporti di lavoro con il Comune di Firenze?
«Assolutamente no, anche se conosco bene alcuni tecnici che hanno studiato con me. Non ho tessere di partito e mi sono sempre sentito libero di criticare il Comune quando ho ritenuto che stesse sbagliando. Per esempio, chi mi segue conosce le mie battaglie contro le ‘capitozzature’ cioè le potature estreme degli alberi lungo strade e viali».
Cosa pensa di fare per arginare le offese?
«Mi sono rivolto a un legale, perché è incredibile la quantità di persone che continua ad attaccarmi sul piano professionale e umano, senza conoscere nulla di me».
Al di là dei social, pensa davvero che non fosse possibile una sostituzione più graduale degli alberi?
«La decisione presa è tecnicamente giusta, anche se impopolare. Mi spiego meglio. Sono abituato a lavorare con metodi scientifici e se per la scienza 2+2 fa 4, non posso dire che fa 5, neppure se tutta Firenze è convinta del contrario. La politica invece fa delle scelte anche tenendo conto del sentimento popolare. Io su questa secondo sfera non sono in grado e non voglio entrare. Restando sul piano tecnico, il taglio è giusto per diversi motivi: economico, per il minor costo; di sicurezza, perché le piante in città devono essere considerate in relazione al rischio per gli uomini; di equilibro e competizione fra alberi, per non averne di età e dimensioni diverse su una stessa strada. Aggiungo che in viale Corsica c’erano stati tagli importanti alle radici, causati da cantieri stradali, in piante particolarmente sensibili e soggette al ‘marciume radicale’. Magari il tutto andava spiegato meglio. Ma si torna alla politica e non è il mio campo».