Scandicci (Firenze), 24 ottobre 2017 - Clavicola rotta, viso pieno di ecchimosi ed escoriazioni. Ginocchia con profonde ferite dovute al contatto con la strada. Camilla era ridotta così, dopo un incidente. Era il mese di giugno e viaggiava a bordo del suo scooter lungo via Pisana, all’altezza più o meno del cimitero della Pieve, quando, finita dentro a una buca sull’asfalto, il mezzo a due ruote è sbandato, ed è caduta a terra.
Trenta giorni di prognosi il primo referto, poi altri 15. Il recupero le è stato difficile. Ripartire da una frattura alla clavicola, risolvere il principio di infezione a un ginocchio, e poi il viso. Perché a 22 anni trovarsi il volto pieno di escoriazioni e cinque punti di sutura a un sopracciglio non fa piacere.
Ma c’è una cosa che più di tutte ha fatto arrabbiare Camilla Pastacaldi: una busta arrivata per posta qualche tempo fa, che conteneva una multa per aver violato il codice della strada proprio nel momento in cui cadeva a terra per quella buca sulla strada.
«Sembra assurdo – racconta – ma è così. I vigili di Scandicci mi hanno multato per aver violato il secondo comma dell’articolo 141 del codice della strada. In pratica non sarei stata in grado di controllare il mio motorino». Incapace di fermarsi, di evitare la buca. «Non so come avrei potuto evitare quella buca sull’asfalto – prosegue Camilla – so solo che dopo l’impatto a terra ho perso coscienza e mi sono risvegliata sull’ambulanza, mentre stavo andando all’ospedale. Non bastavano le conseguenze di questa caduta, pure la multa».
La sanzione rappresenta nei fatti un’attribuzione di responsabilità (che ha un peso soprattutto dal punto di vista penale). Responsabilità che altrimenti dovrebbero essere in carico ad altri, per esempio ai responsabili della manutenzione strade, comunali o della città metropolitana a seconda delle competenze. E dato che la prognosi è di oltre 20 giorni il risultato sarebbe una notizia di reato alla Procura per lesioni stradali. A questo punto la vicenda prenderà la strada delle carte bollate, perché dopo giorni dietro a riabilitazioni e ospedali, a Camilla resta l’assurdo di un incidente subìto, e non voluto.