Firenze, 28 settembre 2017 - La sacrosanta battaglia contro le lucciole – e i loro sfruttatori – sta diventando una guerra di vicinato. Sì, perché i provvedimenti fiorentini hanno già avuto i loro effetti. Con relative conseguenze. E se le prostitute sono in effetti diminuite dalle strade del capoluogo, sono invece aumentate, secondo la legge dei vasi comunicanti, su quelle dei comuni limitrofi. In primis Calenzano. Ma andiamo con ordine.
Dopo l’ordinanza dei giorni scorsi del sindaco Nardella, ieri anche il collega calenzanese Alessio Biagioli ha firmato un atto che, alla luce del cosiddetto decreto Minniti, definisce le misure di contrasto contro il degrado urbano, con particolare riferimento allo sfruttamento della prostituzione in strada.
La tempistica non può essere casuale visto l’effetto a catena della scelta di Nardella.
Non a caso, pochi giorni fa, Biagioli si era lamentato dell’ordinanza fiorentina chiedendo la possibilità di scelte condivise su temi caldi come questo: «Ripeto – sottolinea infatti ancora il sindaco calenzanese – che avrei voluto fare quest’atto in maniera condivisa con la Città Metropolitana anche per dare una linea comune e per evitare di spostare il fenomeno da una parte all’altra ma purtroppo, nonostante le richieste fatte in questo senso, non è stato possibile. Nardella con la sua ordinanza non ha agito da sindaco metropolitano, ma su problemi di questo tipo è necessaria una linea comune e una condivisione che, invece, non c’è stata».
Da qui la scelta, anche per Calenzano, di una ordinanza comunale che potrebbe anche essere seguita nei prossimi giorni da altri Comuni: Sesto, ad esempio, dove però il fenomeno prostituzione è però oggettivamente meno grave rispetto a Calenzano: «Il nostro Comune – prosegue Biagioli – aveva già adottato nel 2009 una misura di questo tipo quando il fenomeno era diventato insostenibile. Ora torniamo a emettere un atto contro il degrado per contenere la crescita della prostituzione su strada che, in alcune aree del nostro territorio, è tornata a portare conflitto con i residenti e le attività commerciali».
L’ordinanza vieta la richiesta o l’accettazione di prestazioni sessuali a pagamento nelle zone interessate dalla presenza di prostitute e in particolare nelle vicinanze di abitazioni private, negli spazi o luoghi pubblici o aperti al pubblico oltre che in prossimità di attività pubbliche ed esercizi pubblici. Per i trasgressori, clienti e prostitute, è prevista una sanzione di 200 euro mentre in casi particolari (ad esempio schiamazzi, nudità, conflitti con i residenti) è possibile l’adozione del Daspo urbano, ovvero l’allontanamento del territorio e il divieto di tornare a frequentarlo.
«Non abbiamo volutamente previsto l’arresto per i clienti come nell’ordinanza del Comune di Firenze – continua Biagioli – per una serie di motivi, non ultimo il fatto che non so se chi è sulla strada è sfruttata o compie invece una libera scelta e anche perché, visto che i clienti non provengono solo dal ristretto territorio comunale, occorrerebbe una più ampia copertura per far conoscere l’ordinanza. Su queste tematiche è necessario comunque un intervento nazionale anche perché la prostituzione oggi è cambiata e non riguarda più solo le strade ma anche il web e le case private. E` un fenomeno fuori controllo che andrebbe regolamentato in maniera adeguata. Non si può scaricare sui sindaci la gestione di un tema così complesso».