Firenze, 2 settembre 2017 - IL DASPO contro la prostituzione da strada – ma nella versione anti ‘clienti’ più che contro le lucciole – sta per essere varato con l’ordinanza del sindaco Dario Nardella, attesa a stretto giro di posta, in ossequio alle novità del decreto-sicurezza urbana varato dal ministro dell’Interno Marco Minniti.
Il provvedimento ovviamente non si chiamerà come l’acronimo del Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive, la misura adottata per contrastare la violenza nel calcio e nelle altre discipline; tuttavia nelle intenzioni delle istituzioni chiamate a discuterne, mandarla in vigore e applicarla dovrebbe costituire un efficace deterrente contro lo sfruttamento della prostituzione: colpire a valle i clienti delle prostitute per ridurre a monte degrado urbano, tratta delle ragazze, guadagni impiegati nell’acquisto di droga. Colpire: in primis il portafoglio. Multa al cliente sorpreso anche solo a contrattare o a parlare con la ragazza, ma particolarmente salate specie per chi dovesse essere fermato di nuovo. Si parla del quadruplo. Per rendere l’idea: nel decreto si indicano cifre ricomprese tra i 300 e i 900 euro. E poi pignoramento di beni per la persona ‘daspata’ che non si affretti a pagare.
Nel dibattito pre-ordinanza si è studiata la possibilità di varare misure amministrative più dure. Il comandante dei vigili, Alessandro Casale, a luglio ha parlato col procuratore capo Giuseppe Creazzo anche degli aspetti inerenti le indagini su sfruttamento, favoreggiamento e reati connessi. E contatti ha avuto l’assessore Federico Gianassi con i responsabili delle altre forze di polizia. Incontri funzionali alla preparazione d’una ordinanza che non presenti profili di incostituzionalità. Non si arriverà alla ‘colonna infame’, con i clienti additati alla pubblica opinione, però l’intento è di scoraggiare il fenomeno. Andare a prostitute non è reato e l’ipotesi di accusare i clienti di favoreggiamento è parsa aleatoria. Né sembra percorribile una misura come un ‘allontanamento a tempo’, previsto peraltro per chi è responsabile di altro generi di degrado. Il decreto Minniti indica tra i possibili destinatari delle sanzioni anche chi esercita la prostituzione «in modo ostentato» come il «commercio abusivo». O l’«accattonaggio molesto». Ma l’obbiettivo principale sono gli ‘utilizzatori finali’. Da qui l’idea di sanzioni aggiuntive ancora più stringenti.
giovanni spano