Firenze, 13 luglio 2017 - Il primo a lanciare l’idea di trasferire il David dall’Accademia al Parco della musica è stato, nel 2008, Paolo Cocchi allora assessore regionale alla cultura. L’obiettivo era proprio quello di decongestionare il centro storico dai flussi turistici. La proposta aprì il dibattito e sollevò polemiche, ma è rimasta sulla carta. Oggi, dopo quasi un decennio, si parla ancora della necessità di sollevare dall’eccessivo carico di turisti il centro di Firenze e l’idea di Cocchi è ora rilanciata dal presidente degli albergatori di Confindustria Firenze, Giancarlo Carniani.
Carniani, è la soluzione?
«Se il David non è stato spostato allora, quando il Parco della musica era in costruzione, credo che non sarà trasferito mai. E’ un’utopia. Incasseremo il no della Sovrintendenza e ci saranno molti contrari. Ma sarebbe comunque un cambiamento decisivo, un’operazione di marketing da raccontare per anni a tutto il mondo».
I flussi cambierebbero...
«Ne sono sicuro. Costruire un museo di cristallo, stile piramide del Louvre, dove ospitare il David o una delle opere più significative della città, a fianco dell’Opera di Firenze, avrebbe potuto davvero significare, già un decennio fa, un cambiamento decisivo. Se l’avessimo fatto, non staremmo ancora oggi a parlare di decongestionare i flussi turistici».
Adesso però la misura è colma e, se il David resta anche stavolta dov’è, cosa si può fare?
«Sarebbe importante rendere obbligatoria la prenotazione per visitare Accademia e Uffizi. Contestualmente alla prenotazione della camera d’albergo o dell’appartamento, si dovrebbe obbligare il turista a prenotare almeno questi due musei. Eventualmente, poi, anche l’Opera del Duomo e il Museo di Palazzo Vecchio, visto che si trovano nel quadrilatero del centro storico che più soffre per i flussi turistici».
Non è un po’ complicato?
«Sicuramente. Servirebbe una campagna informativa, ma sarebbe un modo per avere dei flussi turistici più ordinati. I turisti che insistono nel centro storico si fermano per molte ore tra piazza Duomo e piazza Signoria in attesa di entrare a visitare Uffizi e Accademia, tappe obbligatorie per chiunque venga a Firenze. Se arrivassero già con il biglietto e l’orario d’ingresso, avrebbero il tempo per visitare altre parti della città».
E chi arriva senza prenotare?
«Non visita i musei, come accade ad esempio in Spagna. Qualche anno fa sono stato a Granada e non sono potuto entrare all’Alhambra per questo motivo. Sarebbe eventualmente opportuno lasciare una solo fascia oraria, come la mattina presto, per l’accesso ai due musei anche senza prenotazione. Indispensabile, inoltre, ampliare l’orario di apertura di Uffizi e Accademia».
C’è chi suggerisce di introdurre dei criteri di premialità per i turisti che soggiornano a Firenze. E’ d’accordo?
«Sì. Tra le nostre proposte c’è infatti anche questa. Indipendentemente da dove il turista alloggi, che sia un albergo a cinque stelle o una casa vacanze, dovrebbe ricevere una maggiore attenzione di quello che arriva la mattina e riparte la sera. La premialità si potrebbe tradurre in una riduzione del ticket dei bus turistici che portano in città persone che si fermano a dormire o in una qualche agevolazione per l’accesso ai musei».
In alcune città europee esiste anche la polizia turistica. Cosa ne pensa?
«Anche questa è un’idea che, insieme alle altre, proporremmo all’assessore al turismo Anna Paola Concia, prima del suo incontro con il ministro Dario Franceschini. Si tratta di un corpo speciale, che preserva il centro storico dal degrado e allo stesso tempo aiuta i turisti a muoversi bene in città».