Firenze, 30 settembre 2017 - Di violenza in violenza. Di ferita in ferita. Il pubblico ministero Ornella Galeotti è troppo esperta in questo settore così delicato come quello degli abusi contro le fasce deboli. E’ troppo esperta per non perseguire tutte le strade per arrivare alla verità e, se provata, alla condanna dei colpevoli o del colpevole. Il difficilissimo processo del Forteto insegna che è un pm che non si fa intimidire e che non molla.
Adesso affronta la brutta vicenda di Marco Camuffo e Pietro Costa, i due carabinieri accusati di aver violentato due studentesse americane con la stessa determinazione. Ha chiesto l’incidente probatorio per ascoltare le due vittime e al rigetto del gip ha rinnovato una richiesta ‘tombale’ cioè con una discovery completa per poter cristallizzare il racconto delle due ragazze già tornate in patria, negli Stati Uniti.
Ma non basta, non si ferma qui. Il pm ha chiesto al giudice l’interdizione dei due militari per la durata di un anno.
E’ vero che i due sono già stati sospesi dall’Arma dopo essere stati trasferiti in altra sede. Quello però è un provvedimento amministrativo che può essere impugnato dai due. O può essere revocato in qualsiasi momento. L’interdizione chiesta dal pm è invece un provvedimento cautelare, sempre impugnabile, ma comunque più forte, più cogente di una sospensione effettuata per via amministrativa.
Il gip ha deciso di non concedere questa misura pur scrivendo che «Gli indizi sono gravissimi. Per il giudice appare «estremamente verosimile l’ipotesi che i rapporti sessuali siano stati consumati contro la volontà o comunque senza un consapevole valido e percepibile consenso delle due ragazze». Comunque ha ritenuto sufficiente quella della sospensione adottata dai vertici dell’Arma.
L’Arma non intende nascondere nulla – l’ha ribadito in più occasioni – e pur senza perseguitare nessuno ha offerto la sua piena e totale collaborazione agli investigatori della Mobile che stanno indagando sula vicenda e al pubblico ministero che coordina l’inchiesta.
Le immagini delle telecamere di sicurezza che hanno ‘inchiodato’ la gazzella del Radiomobile sotto casa delle due vittime per una ventina di minuti, sono già state acquisite dalla squadra mobile e trasmesse al pubblico ministero.
I due militari si sono già presentati al pm Galeotti per raccontare la loro versione di quella serata. Versione che si può riassumere in poche parole: sesso sì, violenza no.
D’altra parte negare che potrà risultare una evidenza sarebbe stato difficile infatti le tracce biologiche potranno raccontare tutta la storia. La procura è ancora in attesa dei risultati ufficiali anche sul tasso alcolico riscontrato nel sangue delle due ragazze e anche sull’eventuale presenza di qualche droga leggera di cui una delle due potrebbe aver fatto uso. Ma questo aspetto, fino al deposito degli esami, resta solo gossip.