Firenze, 14 dicembre 2012 - Nell'ambito di alcuni scavi effettuati per l'ampliamento del museo dell'Opera del Duomo è stata fatta un'eccezionale scoperta: un ''modellino'' della Cupola del Duomo della circonferenza di circa 3 metri, realizzato con mattoni in scala a spina di pesce, la stessa tecnica usata nell'architettura della Cupola. 

E' Francesco Gurrieri, uno dei massimi specialisti della Cupola del Brunelleschi, ad avanzare oggi questa ipotesi nell'ambito di un sopralluogo al cantiere del Museo dell'Opera del Duomo a cui prende parte anche il sottosegretario al Mibac Roberto Cecchi. 

Sembra che gli scavi abbiano portato alla luce spazi assimilabili al laboratorio dove Filippo Brunelleschi nel Quattrocento avrebbe realizzato la Cupola, in quanto risalenti allo stesso periodo in cui questa veniva costruita. E' al loro interno che è stata ritrovata quella che, con tutta probabilità, si può considerare la 'sorella minore' della Cupola del Duomo di Santa Maria del Fiore,  forse il leggendario modellino mai ritrovato.

L'annuncio dell'importante scoperta 'brunelleschiana' è stato dato oggi a Firenze, durante una conferenza stampa, dall'architetto Francesco Gurrieri, professore ordinario di restauro dei monumenti dell'Università di Firenze.

Gli scavi hanno messo in evidenza, nell'area che fu del cantiere della Cupola del Duomo (1420-1436), l'esistenza di strutture, databili tra il XIV e il XV secolo, riconducibili ad attività artigianali, come la presenza di materiali ferrosi, scarti di lavorazione del marmo, collegate al grande cantiere del Duomo.

La cupoletta è mutila in sommità, forse perché tagliata nel Settecento, in occasione della realizzazione del teatro. Ma la caratteristica più importante del ritrovamento riguarda la tecnica con cui è stata costruita: quella a 'spina-pesce' da sempre ricondotta al grande Filippo Brunelleschi e che gli consentì di realizzare l'enorme Cupola facendo a meno dell'armatura lignea che, partendo da terra sarebbe stata una vera e propria foresta di tronchi d'albero per sostenere le centine di appoggio della muratura delle volte.

Finora agli studiosi era nota l'esistenza di un modello in piccola scala (mai trovato, peraltro) realizzato da Brunelleschi nei pressi del Duomo ma non era mai emersa l'esistenza di una ''cupoletta'' di cantiere.

''Che questa sorga alla stessa quota dei manufatti del cantiere brunelleschiano - ha spiegato il professore Gurrieri - è di fondamentale importanza perché ci consente una datazione fra il 1420 e il 1436 (i sedici anni impiegati a realizzarla arrivando all'imposta della lanterna di sommita'); e ancor più ragionevolmente al 1420, cioè all'inizio della cantierizzazione della Cupola''.

La ''cupoletta'' di cantiere non è a otto vele, ma emisferica, tuttavia è costruita con le ''creste e vele'' a coltello, trasversali a distanza di circa un braccio fiorentino.

Secondo Gurrieri, ''Al momento non è azzardabile che questa cupoletta possa essere stata il 'modello' dimostrativo dell'impresa (di cui, per la verità, abbiamo tradizione che fosse stata altrove), tuttavia si pone come testimonianza primaria di un pensiero tecnico e di una prova pratica che non può che essere ricondotta a Filippo Brunelleschi e al suo esordio nel cantiere di Santa Maria del Fiore''.

Gli archeologi che operano nel cantiere dove si lavora per il nuovo Museo sono abbastanza cauti sull'argomento, ma Francesco Gurrieri ritiene che in base agli studi compiuti ci siano importanti indizi per l'attribuzione a Brunelleschi della scoperta.

La ''cupoletta'' fu costruita con spazio libero all'intorno e con tecnica ''a spina-pesce'', introdotta da Brunelleschi nel secondo decennio del '400. E' dunque parere dell'illustre studioso che questa ''cupoletta dell'Opera'', come ha deciso di chiamarla Gurrieri, ''possa essere ricondotta al 'cantiere brunelleschiano', in quei sedici anni meravigliosi (1420-1436) in cui Brunelleschi voltò la grande Cupola di Santa Maria del Fiore, senza armature di sostegno''.