FIRENZE, 17 maggio 2013 - Oltre 40 libri pubblicati, articoli ed emozionanti omelie donate ai fedeli, protagonista controcorrente della sua epoca. Ha partecipato con fervore al dibattito religioso e sociale in linea con le posizioni di Don Mazzolari e Don Milani, profeti “disobbedienti” come lui stesso li definì in un suo volume.
Nazareno Fabbretti , francescano, è morto il 25 ottobre del 1997, ma ha lasciato a chi lo ascoltava, amava, ammirava un'incredibile testimonianza di vita, di fede, di intelletto. Nello scrigno del suo testamento ci sono anche innumerevoli scatti che ha realizzato nel corso di tanti viaggi fatti per missione, per lavoro e per passione. Con la macchina fotografica immortalava tutto ciò che lo colpiva: gli occhi, il sole, la terra rossa dell’Oriente, gli abiti talari all’ingresso del Vaticano per il Concilio Ecumenico, i bambini.
Scattare immagini delle persone e dei luoghi rispondeva per Nazareno Fabbretti ad una necessità, dovuta alla sua grande curiosità e al suo amore per la bellezza della vita, in qualunque forma si presentasse.
Nei suoi scatti rappresenta il mondo e in particolare l’essere umano, nella sua diversità di tratti somatici, di pelle, di sguardi. Un "uomo planetario”, concetto chiave per padre Ernesto Balducci, che visse lo stesso periodo, lo stesso dibattito, lo stesso amore per la vita.


Non a caso la Fondazione Balducci promuove alla Badia Fiesolana - la “chiesa di padre Ernesto” - una mostra di immagini di Nazareno Fabbretti.
Organizzata in collaborazione con l’Istituto Universitario Europeo e l’associazione Amici di Nazareno Fabbretti e il patrocinio dell’assessorato alla cultura del Comune di Fiesole, l’esposizione intitolata “Immagini dal mondo” propone una scelta delle sue migliori fotografie delle strade d’India dove il sorriso dei bambini si mescola alla polvere, del Sacro Monte di Orta con la sua dimensione di profonda religiosità francescana, del Concilio Ecumenico Vaticano II con le sue note di colore, delle pietre e i muri della Terra Santa, delle raffinate e simmetriche architetture orientali e, nel modo più semplice e sorprendente, delle immagini sfuggenti delle quattro stagioni.


Nel Chiostro della Badia Fiesolana (via de’ Roccettini 9, Fiesole) fino al 31 maggio la mostra curata da Silvano Bergamaschi è a ingresso libero con orario 9,30-19.


"Non è una semplice esposizione fotografica di luoghi, persone e ambienti –sottolinea Andrea Cecconi, direttore della Fondazione Balducci - quanto, invece, una rappresentazione a livello planetario della pluralità delle culture, delle religioni e delle etnie. É dunque oltre l'immagine che Fabbretti intende focalizzare l'attenzione dell'osservatore: le foto delle  strade dell'India, delle mura della Terrasanta, delle architetture orientali o, infine, quelle della natura, colta nella sua varietà stagionale, non sono soltanto alcune tra le migliori realizzazioni fotografiche di Fabbretti ma una vera e propria esaltazione della totalità del Creato e, dunque, della vita, in ogni sua manifestazione. In altre parole non è unicamente l'aspetto estetico delle sue fotografie a dover essere valutato quanto, piuttosto, il loro significato in rapporto alla condizione umana che quelle immagini mostrano o richiamano”.


Per Cecconi il messaggio dell’opera fotografica di Nazareno Fabbretti è una sorta “di invocazione ad un nuovo ecumenismo creaturale, interreligioso e interculturale. Una prospettiva che lo stesso Balducci motivò come  una necessità imposta dalla analisi della realtà attuale dalla evidenza storica nel suo saggio L’uomo  planetario, nel quale sottolineava, tra l’altro, come la stessa identità europea dovesse essere rappresentata dal rispetto e dalla valorizzazione della pluralità piuttosto che dalla preoccupazione della costituzione di un’identità”.
Il Chiostro della Badia Fiesolana, che fu la sede privilegiata del dibattito umanistico nel corso del Rinascimento con la presenza oggi in quello stesso edificio dell’Istituto Universitario Eureopeo è dunque il è parso il luogo-simbolo più significativo per ospitare quelle immagini ed il loro autore.
 

Informazioni:
Fondazione Ernesto Balducci
www.fondazionebalducci.it

tel. 055.599147

Manuela Plastina