Firenze, 7 febbraio 2017 - La critica letteraria, disciplina soffocata dalla pubblicità del marketing editoriale e affidata alle università e alla passione di chi la cultura la coltiva davvero, ha bisogno di vivere. Sì, è vero, abbiamo le recensioni: “Sono certo importanti ma sono solo una parte della critica che non si esaurisce con la prevalenza di questo strumento, a metà strada tra la ricerca e il gusto personali e la pubblicità”, ha osservato Emiliano Fossi, consigliere delegato alla Cultura della Città Metropolitana di Firenze che ha ospitato, nella Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi, il convegno nazionale La critica letteraria oggi: la fucina ventennale di 'Atelier', con due sessioni (mattina e pomeriggio), in Palazzo Medici Riccardí.
L'incontro è stato promosso lunedì 6 febbraio su iniziativa della rivista di poesia, critica e letteratura Atelier di Borgomanero, il Centro Culturale 'Don Bernini', il patrocinio della Metrocittà e in collaborazione con l’Associazione 'Sguardo e sogno' di Firenze, la Comunità di San Leolino di Panzano in Chianti e la casa editrice 'Giuliano Ladolfi'.
Si è fatto il punto a partire da alcune domande, formulate con incisività da Alfonso Berardinelli; "L'attività della critica è un'attività inutile o addirittura perversa? Le arti hanno o no bisogno della critica? La critica abusa delle opere d'arte distraendo e inquinando la percezione diretta e libera o invece concentra l'attenzione e intensifica la percezione di chi legge o guarda o ascolta un prodotto d'arte?". D'altra parte nel 2013 un grande critico letterario, Romano Luperini, pubblicò 'Tramonto e resistenza della critica': uno studio per certi versi inquietante, ma che registrava due linee di tendenza veritiere.
Per rispondere a questi interrogativi occorre chiarire la situazione della critica oggi, formulare concrete proposte e ravvivare un dibattito con tutte le istituzioni culturali. Si è tentato di farlo nel convegno fiorentino con gli interventi Giuliano Ladolfi, Giulio Greco, Emiliano Fossi, Paola Lucarini, Alberto Bertoni, Paolo Valesio, Alberto Casadei, Giancarlo Pontíggìa, Carmelo Mezzasalma, Marco Beck, Gabriella Sica, Andrea Temporellí, Alessandro Rivali, Matteo Fantuzzi, Guido Mattia Gallerani, Fabiano Alborghetti, Francesco Teruggi, Michele Brancale e Roberto R. Corsi.
Nel corso dei lavori, è stato approfondito il ruolo della rivista Atelier, i suoi venti anni di attività, sottolineandone la resistenza, secondo l'espressione utilizzata da Luperini, radicata tuttavia in tratti originali: la partecipazione dei giovani alla redazione e all'analisi, l'apertura a 360 gradi oltre i grandi marchi editoriali.
Atelier, ha scritto Giulio Greco in una monografia dedicata al periodico, è all'inizio di una quarta fase della stua storia: attenzione sulla poesia con la ripresa del dibattito sulle sue condizioni odierne, sulla proposta di nuovi autori, prevalentemente giovani, e sulla necessità di un'opera di divulgazione nelle università e nelle scuole superiori. Al termine del convegno si è svolta la cerimonia di consegna del premio Venti anni di poesia, in quattro sezioni. La giuria, guidata da Marco Beck, che ha anche coordinato con Ladolfi la conduzione del convegno di Firenze, ha assegnato il primo premio della prima sezione (raccolte poetiche edite o inedite) a Ivan Fedeli per la raccolta edita Gli occhiali di Sartre (puntoacapo, 2016); secondo premio a Paride Mercurio per la raccolta edita La permanenza del tempo (Book, 2015); terzo premio ex aequo a Maria Grazia Coianiz per la raccolta edita Un nemico da accogliere (Il Fiorino, 2016) e a Paola Meroni per la raccolta inedita Versi nascosti.
Per la sezione dedicata ai Giovani Under 25 attestati speciali a Federica Volpe, miglior giovane poetessa, per la raccolta edita Parole per restare (Raffaelli, 2016) e a Lorenzo Bergamelli per la raccolta inedita Fiori di pece. Per la terza sezione (Studi critici) primo premio ex aequo a Mattia Caponi per il saggio inedito «Il conte non lo sa» (dedicato a Giorgio Caproni) e a Federico Graziani per il saggio inedito «E uno è troppo poco» (dedicato a Umberto Fiori). Infine per il premio “Luca Canali” per traduzioni edite o inedite, il primo premio ad Alessandro Niero per la sua eccellente traduzione dal russo di Graffiti di Sergej Stratanovskij (Passigli, 2014), con una menzione speciale anche per la sua personale raccolta in concorso nella prima sezione, Versioni di me medesimo (Transeuropa, 2014). Secondo premio a Gabriella De Fina per la traduzione dallo spagnolo (inedita) di Dolencia di Alessandra Tenorio Carranza.