Firenze, 29 febbraio 2016 - Bello da togliere il fiato. Capace di scatenare tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e allucinazioni in alcuni individui particolarmente sensibili al fascino di opere d’arte di straordinaria bellezza, specialmente se “compresse” in spazi limitati. «Nonostante l’esperienza quasi trentennale a contatto con i capolavori, ancora non mi sono abituata» confida Emanuela Peiretti, con la collega Paola Rosa una delle restauratrici che - “armate” di morbidi pennelli e delicati “aspiratori di polvere” - si occupano della manutenzione del David di Michelangelo. A loro è stato affidato il delicatissimo compito di tenere pulito e in buona salute il capolavoro mito del Buonarroti, icona assoluta, custodita alla Galleria dell’Accademia di Firenze. Stamani anche un pool di giornalisti ha potuto assistere alle operazioni di maquillage, inerpicandosi sul ponteggio, faccia a faccia con la scultura totem ammirata da un milione e mezzo di visitatori ogni anno, in occasione della firma della convenzione tra la Direzione della Galleria dell’Accademia e Friends of Florence.
Un accordo grazie al quale anche per il 2016 la fondazione americana ha preso in carico le spese inerenti la manutenzione del David, delle altre sculture di Michelangelo (Prigioni, San Matteo e Pietà da Palestrina) e del modello del Ratto delle Sabine di Giambologna custoditi museo di via Ricasoli a Firenze. A sottoscrivere l’atto - che prevede lo stanziamento di 20mila euro lordi - davanti ai media sono state la direttrice della Galleria dell’Accademia, Cecilie Hollberg, e la presidente della Fondazione non profit Friends of Florence, Simonetta Brandolini d’Adda.
«Abbiamo tanti mecenati che ci aiutano, spinti dall’amore verso questa meravigliosa città - sorride la presidente di Friends of Florence - . Nel 2003 è stata la volta di Mel Gibson in persona che ha fortemente voluto (e finanziato) un restauro tutto suo: uno dei ventidue dipinti della Tribuna del David, magnifica cornice al capolavoro-mito del Rinascimento». «Fu proprio- ricorda Simonetta Brandolini d’Adda - , dicendomi “,,». L’indimenticabile interprete di film cult come “” e “Braveheart”, regista-produttore del discusso “The Passion” con Monica Bellucci, ha infatti una vera passione per Firenze: «,», riprende la presidente dell’associazione di mecenati statunitensi, canadesi, europei e di molti altri paesi. E non è l’unica star a voler investire nei tesori dell’Accademia: «Anche i Sting ha finanziato il restauro di una delle sculture di Michelangelo», confida ancora Simonetta Brandolini d’Adda, confermando l’impegno dei Friends of Florence per il David. «Nel 2004 abbiamo partecipato alle celebrazioni del 500esimo anniversario del capolavoro di Michelangelo, coprendo i costi per indagini e analisi scientifiche necessarie al suo restauro e la loro divulgazione - conclude . Un programma diagnostico e di monitoraggio, un sito web e un Dvd sulla statua più famosa del mondo, con un finanziamento di 200mila euro».
Come accade ormai ininterrottamente dal 2005, questa mattina l’accordo è stato siglato tenendo fede alla filosofia, condivisa da entrambi i contraenti, che è meglio investire per una manutenzione costante e frequente piuttosto che per un intervento di restauro a lunga scadenza. «Mi fa molto piacere poter prorogare questa convenzione divenuta ormai un appuntamento consueto - le parole della direttrice dell’Accademia, Cecilie Hollberg - . Soprattutto perché dimostra quanto interesse abbiano i Friends of Florence per la nostra Galleria. Per me è importantissimo non solo il fermo appoggio da parte dei nostri sostenitori, ma anche far sapere ciò che accade nel museo quando è chiuso al pubblico. Occorre far conoscere le necessità quotidiane della conservazione per ottenere sostegno. Chi l’avrebbe mai pensato che anche una statua come il David deve essere spolverata come una qualsiasi altro oggetto».
E lo stato di salute del meraviglioso giovanottone dalle caviglie delicate, proprio come i fuoriclasse del pallone? «Il David sta bene - assicura la direttrice dell’Accademia - , ma ha i suoi problemi, che teniamo sotto controllo». Non a caso la statua simbolo del Rinascimento italiano, quattro metri di candido marmo delle Apuane, continua a essere monitorata da un gruppo di ricercatori dellIstituto di geoscienze e georisorse del Cnr dell’Università degli studi di Firenze.