Firenze 22 aprile 2013 - ''Soprattutto in questi tempi di crisi i turisti tendono a rinviare le decisioni all'ultimo momento, per massimizzare i benefici della vacanza sia in termini di costi, sia per approfittare delle piu' favorevoli condizioni meteorologiche. In un momento in cui il mercato interno gia' molto debole, se le previsioni sono clamorosamente sbagliate, come e' avvenuto in questo ultimo fine settimana, gli italiani hanno scelto di rimanere a casa''. Questo è quanto ha affermato la Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) in una nota.
''Per fortuna il turismo internazionale regge e non e' legato agli eventi metereologici o climatici - commenta Aldo Cursano, presidente regionale Fipe - ma la scelta delle citta' d'arte o delle destinazioni balneari e' dipendente per il 60 per cento dal mercato interno. E per questo fine settimana di previsioni negative il 30 per cento dei potenziali visitatori ha rinviato la gita. Ne ha risentito pesantemente l'economia delle citta' a partire dai bar e dai ristoranti, per arrivare ai taxi fermi nei parcheggi e alle camere ancora libere in molti alberghi. In rapporto al fatturato di un simile week end dello scorso anno emergono differenze che vanno dal 30 al 50 per cento di minor incasso e questo nonostante la citta' di Firenze avesse la Fiera Internazionale dell'Artigianato, che ha sempre grande
attrattiva, e il Festival d'Europa''.
Cursano ha concluso dicendo che nonostante la buonafede di chi si occupa di meteo non viene messa in discussione, "serve un supplemento di responsabilita' nella diffusione di informazioni che possono avere effetti cosi' pesanti sulle attivita' produttive delle nostre citta', in particolar modo in un periodo di crisi che mette a rischio tante delle nostre imprese''.
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