Firenze, 26 aprile 2015 - Cervelli in ‘casa’. Per fortuna, in Italia, ci sono anche scienziati non in fuga. Eccellenza fra le eccellenze, il laboratorio di Immunologia del Meyer (che si sta occupando della tipizzazione dei meningococchi nei recenti casi di meningite), guidato da Chiara Azzari, professore associato di Pediatria all’università di Firenze. Al centro si utilizza, ormai da anni, un test che ha rivoluzionato, a livello internazionale, il sistema di diagnosi batteriologica dando un contributo salvavita alla salute pubblica: il metodo consente – con la macchina Real Time, utilizzata anche per la ricerca del virus Hiv – a tempo di record, al massimo in 45 minuti (contro i due giorni della coltura batterica che a volte impiega anche una settimana, quando non fallisce) di riconoscere il batterio responsabile della meningite e di altre infezioni.
E’ stato grazie all’azzeccata intuizione di utilizzare la biologia molecolare che, primi al mondo, Chiara Azzari e i colleghi di ricerca Massimo Resti, Maria Moriondo, tutti del Meyer, hanno trovato – e brevettato, nel 2007 – un sistema che consente di individuare in un campione di liquido biologico, la presenza di Dna di origine batterica e fare rapidamente la diagnosi di germe (come pneumococco, meningococco, Hi) e anche la tipizzazione (ad esempio tipo B o C per il meningococco, tipo 6A, 9V, 23F per lo pneumococco)
Quando è partito lo studio?
Abbiamo iniziato a studiare la biologia molecolare dei batteri nel 2005. Per vincere il tempo. Ci eravamo resi conto che il metodo colturale (aspettare che il batterio cresca dopo aver fatto un prelievo di sangue) ha alcuni limiti: principalmente impiega un tempo troppo lungo prima di dare una risposta, che talvolta arriva quando il paziente è deceduto e, a volte, non arriva proprio: per fare un esempio, con l’analisi colturale solo 4 dei primi campioni su 13 casi di meningite hanno fornito la risposta di presenza di meningococco per poter fare diagnosi: ha funzionato per un terzo, per due terzi ha fallito. Con la biologia molecolare invece di aspettare che il batterio cresca, si cerca il suo dna nel sangue o in qualsiasi liquido biologico e la risposta ariva subito. Con una sensibilità fino a sette volte superiore.
Dopo il brevetto nel 2007, nel 2008 sono arrivati i riconoscimenti internazionali.
Dopo le pubblicazioni su due importanti riviste scientifiche, l’organismo mondiale per lo studio delle malattie infettive, il Cdc di Atlanta, ci ha scritto una mail dove chiedeva suggerimenti sul metodo. Poi il centro ha citato il nostro tra i nove articoli più importanti a livello internazionale, che tutti devono conoscere. Una cosa che ci ha riempiti di orgoglio.
Il primo centro in Europa. E in Italia centro di riferimento accreditato dal ministero della Salute che fa diagnosi per tutt’Italia.
Paradossalmente in Italia abbiamo ottenuto riconoscimenti successivi a quelli raccolti a livello internazionale. Ora i campioni ci arrivano da Bolzano a Siracusa: abbiamo insegnato il metodo a molti laboratori che adesso sanno uitilizzarlo.
Si fa ovunque?
Purtroppo ancora no. E’ un sistema poco costoso, almeno 15 volte meno rispetto alla coltura. E il macchinario Real Time lo hanno tutti i laboratori.