L'apertura del quinto Convegno ecclesiale, Betori: "L'Umanesimo per sfuggire alla brutalità"

Le parole del cardinale, arcivescovo di Firenze, e quelle del sindaco Nardella all'apertura del Convegno

Il cardinale, arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori (Marco Mori/New Press Photo)

Il cardinale, arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori (Marco Mori/New Press Photo)

Firenze, 9 novembre 2015 - Si è aperto questo pomeriggio il quinto Convegno ecclesiale nazionale a Firenze. L'arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, ha accolto in Duomo i 2200 delegati delle diocesi italiane partiti con quattro processioni da altrettante Basiliche: Santa Croce, Santa Maria Novella, Santo Spirito, Santissima Annunziata

"Siamo eredi di una storia che, specialmente nei secoli a noi più vicini, ha mostrato quanto feroce e brutale possa essere l'umanità. Solo se l'umanesimo riveste i caratteri della carità può sfuggire a questo destino. Ed è quanto mostra la storia di questa città, in cui l'affermazione dell'umano, nelle sue espressioni migliori, ha saputo legare insieme il senso alto della cultura e dell'arte con la cura del debole e l'esercizio della misericordia", ha detto l'arcivescovo di Firenze e cardinale Giuseppe Betori, all' apertura del V Convegno ecclesiale nazionale.

"Così la Firenze più vera si consegna a voi, pur nelle contraddizioni di una storia inquieta e tormentata, e questo orizzonte vi indica come un traguardo e una missione: una sintesi di ricerca sincera e intensa del vero, di espressione in superbe forme di bellezza, di passione generosa e multiforme di carità - ha poi aggiunto - in una siffatta visione dell'umanesimo non abbiamo timore di inoltrarci, in quanto in essa riconosciamo non una teoria astratta sull'uomo, ma un'esperienza dell'uomo fatta tessuto di condivisione di popolo".

"Il luogo che vi accoglie, questa cattedrale - ha poi proseguito Betori - casa delle fede e della cittadinanza del popolo fiorentino, è il frutto della cultura di un popolo consapevole di quale fosse la radice che la faceva germinare e che alimentava l'umanesimo che andava costruendo per offrirlo come un dono all'intero mondo.

Tale radice era così chiara alla coscienza di questo popolo - ha aggiunto - che la fece incidere sul cielo a cui rivolgeva lo sguardo in questo luogo sacro, nel miracolo ardito e perfetto della cupola di Filippo Brunelleschi, dove volle fosse l'immagine della meta verso cui siamo in cammino, che ha al suo centro Gesù, in cui riconosceva la pienezza dell'umano». «'Ecce Homò, proclama l'angelo che scorgete sopra il capo del Cristo glorioso, volto compiuto del disegno d'amore del Padre sull'umanità - ha detto ancora Betori - In questa indicazione il Convegno ha già il cammino tracciato». Nel suo intervento Betori ha poi citato passaggi dall'opera di Dante Alighieri (Paradiso) e Rainer Mari Rilke, oltre all' 'Evangelii gaudium' di Papa Francesco. 

«Il sostrato cristiano di alcuni popoli - soprattutto occidentali - è una realtà viva. Qui troviamo, specialmente tra i più bisognosi, una riserva morale che custodisce valori di autentico umanesimo cristiano. Uno sguardo di fede sulla realtà non può dimenticare di riconoscere ciò che semina lo Spirito Santo. Non è bene ignorare la decisiva importanza che riveste una cultura segnata dalla fede, perché questa cultura evangelizzata, al di là dei suoi limiti, ha molte più risorse di una semplice somma di credenti posti dinanzi agli attacchi del secolarismo attuale», così il cardinale ha riportato le parole del Pontefice.

"Papa Francesco porta con sé più della sua stessa umanità ed è un punto di riferimento credibile anche per noi uomini delle istituzioni laiche di questa nazione". Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella. Questo perché, ha spiegato Nardella, Francesco "è uomo di speranza, e il suo messaggio centrale è che l'uomo, la sua dignità e la sua natura hanno un valore assoluto e non possono essere subordinati a nessun sistema economico. Nessuna crisi può piegare questa dignità". Secondo il sindaco, "la sfida della centralità dell' uomo non deve essere un devoto ricordo del vecchio umanesimo: è questione di vita o di morte dell'oggi, fondamentale per il futuro delle nostre città e delle nostre società", ha sottolineato.