Firenze, 24 giugno 2012 - ''Rosi Bindi? Non ho letto, ma qualsiasi sia la dichiarazione, nessuna polemica. Soprattutto dopo la giornata di ieri tutta basata sui progetti''. Matteo Renzi, all'indomani del 'Big bang'  con mille amministratori locali, anche di fronte alle critiche della presidente del Pd che in un'intervista ad un quotidiano nazionale dice che la candidatura del ''rottamatore'' sarebbe una forzatura dello statuto, sceglie di puntare sulle caratteristiche che avranno le primarie: ''Stile, sorrisi, rispetto e - dice Renzi - vinca il migliore''.
Poi anche lui fa riferimento allo statuto del Pd: ''Dire che dopo tre mandati uno deve stare a casa, non è mica un'offesa personale. Lo dice anche lo statuto.

''Certo che se è Matteo Renzi, e in quel modo, a darmi lo sfratto, allora mi viene la voglia di restare''. Lo ha detto in un'intervista a 'Repubblica' il presidente del Pd Rosy Bindi che auspica che il Partito democratico si ponga ''con urgenza il problema delle primarie'', sottolineando che pur di aprire alla partecipazione del sindaco di Firenze si sta ''forzando lo statuto''.
 

Sulla propria rielezione Bindi spiega: ''Deciderà la direzione del mio partito se accordare o meno la deroga ai tre mandati. Non certo Renzi''. Perché, si chiede, ''dovrei polemizzare col nulla? Con uno che non sa nemmeno fare il sindaco della sua città?''. ''A questo punto - precisa -, è il caso per il Pd di porsi con urgenza il problema delle primarie'' evitando forzature di statuto.

''Le nostre regole sono chiare - afferma -: alle primarie di coalizione per la premiership il partito va con il proprio segretario, contro non possono scendere in campo altri esponenti del Pd ma solo quelli degli altri partiti. Nonostante questo abbiamo proposto primarie aperte''.
 

Renzi, prosegue, ''ha anche un altro obiettivo: usare le primarie per conquistare il Pd''; ''può anche affascinare, come Grillo o Berlusconi, con la politica delle domande senza risposte ma cosi' si alimenta lo sfascio''.