Firenze, 25 novembre 2017 - "Il futuro è di chi costruisce ponti, non muri". Parlando del tema della sicurezza, il ministro dell'Interno Marco Minniti si rivolge così alla platea della Leopolda e riferendosi in particolare alla minaccia terroristica. E sempre parlando di sicurezza dice: "La sicurezza si rivolge a coloro che sono più deboli e esposti. Quelli che sono ricchi non hanno bisogno di uno stato che li difenda. Se il luogo non gli piace quelli che hanno molti soldi prendono un aereo e vanno da un'altra parte. Ci riguardano invece coloro che devono lavorare e studiare.
La parola sicurezza significa affrontare un grande concetto democratico, la sicurezza è la protezione dei più deboli e esposti, la sicurezza è la protezione di chi fa il proprio dovere e non è eroe". E ancora: "Una piazza è sicura se ci sono le forze di polizia, ma una piazza è sicura se ci sono politiche urbanistiche, se ci sono politiche di inclusione sociale".
Il ministro ha poi toccato il tema della mafia: "La mafia vota e fa votare, qui ha il suo punto di maggiore forza. Dobbiamo dircelo qui, la politica deve fare prima e di più per liberarsi dai condizionamenti mafiosi. Sono stato agli Stati Generali della lotta contro la mafia e lì c'era anche il presidente della Repubblica. Ho formalmente chiesto alle forze di questo Paese di fare un patto pubblico e di civiltà, di dire solennemente che ognuno si impegna a rifiutare i voti delle mafie. E' logorante lo stillicidio del dopo voto che rende evidente che c'erano condizionamenti. Tutto questo va prevenuto".