Firenze, 27 febbraio 2016 - Firenze ha reso omaggio al grande Mario Luzi con la premiazione, alla biblioteca delle Oblate, dei vincitori della quinta edizione del concorso ‘Firenze per Mario Luzi’, realizzato dall’assessorato all’educazione in collaborazione con La Nazione, e riservato agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado della Toscana.
È stata una mattinata intensa, interamente dedicata ai versi, ai suoni, alle emozioni, di uno dei grandi del Novecento, l’ultimo protagonista della stagione dell’ermetismo, a 11 anni dalla scomparsa del senatore a vita. Che si è svolta alla presenza della vicesindaca Cristina Giachi e del figlio del poeta, Gianni Luzi, che ha esortato i ragazzi all’”approfondimento” invitandoli a “conservare per sempre la curiosità verso le cose e verso il mondo. Mio padre ne aveva tanta – ha ricordato – al punto che a 90 anni, prima di morire, aveva voluto imparare ad usare il computer”.
Le opere sono state esaminate dalla giuria presieduta dal professor Marco Marchi - che ha tenuto ai ragazzi la lectio magistralis ‘Luzi,la poesia che ci aiuta’ - e composta da Elisabetta Biondi della Sdriscia, Elena Gori, Gloria Manghetti, Marco Menicacci e Giacomo Trinci. Nel corso della cerimonia è stato anche proiettato il documentario ‘In Toscana. Un viaggio in versi con Mario Luzi’, per la regia di Antonio Bartoli e Silvia Folchi, che racconta i luoghi del grande poeta, attraverso i suoi versi e la sua voce.
Queste le poesie premiate:
1° premio Ombre cinesi di Rebecca Moretti, (Carrara, Massa – Liceo classico Repetti)
Accecati dai tramonti
sui finestrini sporchi,
mentre l'aria condizionata
ci asciugava gli occhi
come nebbia nelle metropolitane,
quando le stelle si vedono bene
brillano come le luci segnaletiche.
Sarà per colpa delle salviette umide
che dopo averti lavato il trucco
conserveremo nel comodino
accanto ai calzini bucati.
Sarà per colpa dei letti troppo stretti
che ci costringono a dormire abbracciati
sui loro cuscini svalutati,
sui nostri incubi in declino.
Sarà per colpa di quella sera
quando abbiamo giocato
a raccontarci una vita
mai vissuta
sotto un cielo grigio
come il fumo delle fabbriche
della zona industriale,
che dopo un'ora c'eravamo accorti
essere il soffitto d'amianto
di un capannone instabile.
Gli autobus sparavano missili
carri armati gialli,
sottomarini nelle strade provinciali
inondate per colpa dei tuoi sguardi tristi
perché le vene erano troppe
per essere colorate
con secchi di vernice,
perché cancellavano con la pece
le scritte sui muri
per non farci fare
le ombre cinesi,
perché l'unica musica
che riuscivamo a sentire era quella
del martello pneumatico,
ma continueranno a produrre tegole
solo per vederle cadere
come stelle,
per tornare ad esprimere
desideri di plastica,
per non confonderle con gli aerei,
con le bombe.
Voglio mettere le mie mani nelle tasche
dei tuoi jeans strappati,
come i nostri discorsi troppo seri.
Sui sedili scomodi
dei tuoi treni mattinieri,
quante albe ci perderemo
nelle gallerie.
2° premio ex aequo
Ricordo d’estate. A mio fratello Giacomo di Gabriele Dipaolantonio (Volterra, Pisa – Liceo classico Carducci)
Ti ricordi
quel giorno d’estate
che una pioggerellina sottile
dalla nostra continua scorribanda
ci costrinse alla ritirata?
E mentre vedevi il tuo forte
combattere abbandonato
contro il mare nemico,
ci sembrava
avvolti nei mille asciugamani
star rintanati in quel lembo di spiaggia
il più bello dei giochi.
Così i tuoi occhi
facevano capolino
come a cercarci
ridenti, da bambino.
Ed io ti abbracciavo,
e quello bastava.
2° premio ex aequo
L’amore di Sofia Tavella (San Gimignano, Siena – Istituto comprensivo Folgore da San Gimignano, Scuola media)
Penso alla tua carezza gentile
Che mi fa fantasticare e correre
felice.
Splendenti, sorridono i sussurri pensati
3° premio ex aequo
Aylan di Andrea Celeste Senzanonno (Semproniano, Grosseto – Scuola media di Semproniano)
In fuga
dalla guerra
da tanto dolore.
Aylan. Speranza
silenzio e grida
mano nelle mani:
emozione lacrime e rabbia.
Aylan
legato ad un gommone,
nel mare di nessuno.
Tanto freddo
orrore e paura
l'onda stacca la mano,
la vita
non ha più rumore.
Aylan,
il futuro è la morte;
in fondo al mare
dorme I'ipocrisia.
3° premio ex aequo Ferma immobile nell’universo di Rita Sole (Firenze - Scuola militare aeronautica Douhet)
Ferma immobile nell’universo
dei tuoi occhi
trasparenti intoccabili e io
quasi senza
respiro piano trasportata dall’onde
violente e
annego fra le lacrime amare
che scorrono
sul mio viso.
SEGNALAZIONI
L’albero e le foglie di Samuele Adduci (Terricciola, Pisa – Scuola media di Terricciola)
Punta Righini di Livio Amerighi (Firenze – Istituto comprensivo Le Cure, Scuola media Calvino)
27 gennaio di Amanda Baroncelli (Firenze – Liceo Machiavelli)
Poesia senza titolo di Angela Brunetti (Volterra, Pisa – Liceo classico Carducci)
Una mano sopra l’altra di Francesco Di Renzo (Firenze – Scuola media Masaccio)
A te che non passi di Isabel Esposito (Cortona, Arezzo – Liceo classico Signorelli)
Primo incontro di Sandro Giobbi (Terricciola, Pisa – Scuola media di Terricciola)
La storia infinita del calcio di Andrea Iversa (Cortona, Arezzo – Liceo classico Signorelli)
Adolescenza di Gaja Pietraszewski (Firenze – Scuola media Calvino)
Il vero amore di Chiara Ricceri (San Gimignano, Siena – Istituto comprensivo Folgore da San Gimignano, Scuola media)
La voce di Linda Salvador (Livorno – Liceo scientifico Cecioni)
Parigi in realtà i popoli ti schivano di Matteo Ziboli (Lucca – ITI Ferrari)
Il commento del presidente della giuria Marco Marchi
Sulle orme di Mario Luzi
Una fitta schiera di studenti toscani ancora una volta pronti a testimoniare gioiosamente della necessità e della bellezza della poesia con versi che loro stessi hanno immaginato e scritto. Con il premio giovanile “Firenze per Mario Luzi” la poesia torna per la quinta volta a farsi espressione, stupore, riflessione, scoperta del mondo, bisogno di comunicare agli altri quella scoperta che è un misto di sensazioni e pensieri, immagini e musica.
Le parole della poesia, con i loro suoni e i loro inediti significati, si ripropongono grazie ai nostri ragazzi come una straordinaria risorsa umana ai cui richiami accondiscendere per sentirsi più liberi, più responsabili e felici. Alla fine, quando un testo è nato, è la medesima festa musicale, a base di note e accordi, che Luzi stesso in una lirica di Sotto specie umana ha mirabilmente colto.
Dice la poesia di Luzi, nel fissare quel piccolo miracolo che puntualmente, scrivendo versi ma anche leggendoli, si ripete: «So da sempre che vieni / pure non ti prevedo / mai, m’arrivi, tu, nota, / di sorpresa – e che improvviso / festosamente si rinnova! / Nota, / al mio primo tocco sfidi / il rosario delle altre, / m’inalzi e mi frantumi / una cupola di sonorità nel cuore, / mi crosci in un diluvio / che non cala, monta / in alto, vaga / oltre i confini / del desiderio e del dolore».
E dicono adesso, tra scrittura e felicità raggiunta, come un’esperienza d’amore che allarga i confini dell’universo e lo illumina, i versi di uno di questi eccellenti poeti giovanissimi: «Penso alla tua carezza gentile / che mi fa fantasticare e correre / felice. / Splendenti, sorridono i sussurri pensati».
Marco Marchi Docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea dell’Università di Firenze
Visita il sito del 'Premio Firenze per Mario Luzi'