Firenze, 30 marzo 2014 - «STANZIEREMO un milione di euro per un numero telefonico a disposizione delle famiglie con persone non autosufficienti in casa. Li aiuterà a trovare subito una soluzione oppure una badante. Formeremo le assistenti domiciliari direttamente nelle famiglie perché sia un lavoro vero, professionale, rispettoso delle esigenze di tutti i soggetti».
Il vicepresidente della Regione Stefania Saccardi annuncia una vera rivoluzione nella gestione sociosanitaria del territorio: intervenendo alla tavola rotonda nell’auditorium della Nazione con i vertici della sanità e del sociale, propone modifiche radicali, «nate dall’esperienza avuta al Comune di Firenze nonché nella mia famiglia: ho potuto constatare le storture del sistema, soldi che possono essere usati meglio, esigenze che non trovano risposta». Si parte appunto dalla risposta alla famiglie: «Spesso non sanno dove andare a sbattere la testa. In alcune zone i Punti Unici di Accesso ossia gli sportelli di collegamento tra ospedale e territorio, sono funzionanti, in molti altri no».
C’È UN DEFICIT «di presa in carico immediata del bisogno dell’anziano da parte delle istituzioni. Gli ospedali dimettono senza soluzioni di continuità. Bisogna gestire la dimissione assegnando un percorso verso la guarigione».
LE RSA, dice ancora la Saccardi, devono cambiare ruolo: «Ora vengono usate solo per isogravità 5 e 4, ossia la non autosufficienza gravissima. Ma dal grado 1 al 3 non ci sono risposte: le liste di attesa per un contributo badante sono lunghissime, l’assistenza domiciliare di poche ore non basta. A Firenze si spendono 5 milioni l’anno per l’assistenza domiciliare e nessuno è contento, né gli utenti né gli operatori. Inutile buttare via soldi».
LE RSA potrebbero essere usate come «luoghi di passaggio dall’ospedale a casa, ma anche per moduli di intensità assistenziale differenziata in base alle necessità dei pazienti. La prossima settimana approveremo i progetti che in tal senso ci sono stati presentati da alcune strutture». L’anziano e la sua famiglia «vanno valutati globalmente nelle loro esigenze che cambiano quotidianamente. Alcune esperienze virtuose di assistenza domiciliare mostrano che è possibile senza spendere di più. E’ la sfida della politica: perché non consentire alle Rsa di essere attori in questa partita?».
VALUTERÀ anche la realizzazione di un portale «in cui ogni struttura presenti i propri servizi e i posti disponibili. Potremo dare ai nostri anziani i soldi di cui hanno diritto e saranno loro stessi a decidere dove spenderli, dove vivere, dove farsi assistere. Basta funzionari pubblici che impongono dove andare: siamo al limite del penale! Non si possono imporre certe decisioni: vanno prese dai diretti interessati. Bisogna liberalizzare: la libera concorrenza, controllata dal pubblico, non può che migliorare il sistema».
LA RISPOSTA alle nuove esigenze deve passare dalle Rsa: «Vi trova posto solo l’1,03% della popolazione anziana toscana — ricorda Paolo Moneti, presidente Anaste —. In Lombardia sono il 5%. Andrebbero usate diversamente, per esempio come ricovero di pazienti dismessi dall’ospedale invece delle costose case di cura».
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