Firenze, 16 febbraio 2020 - Le cadute sono una delle maggiori minacce per la salute degli anziani. La vista si offusca, la mente si annebbia e le gambe non tengono più. Il paziente sviene, cade e non ricorda più nulla. Non è sempre una questione di fragilità, un problema di vista o di farmaci, gli anziani spesso cadono anche per una perdita improvvisa e temporanea di coscienza, dovuta a problemi cardiocircolatori. Ogni anno in Toscana 15mila anziani vanno al pronto soccorso per una caduta di cui non ricordano niente.
Per questo è nato il “pronto soccorso anti-caduta”, un progetto che vede l’ospedale Careggi capofila della sperimentazione in Italia e in Europa. Lo scopo è ridurre il pericolo di nuove cadute e dimezzare il rischio di fratture e ricoveri in Residenza Sanitaria Assistita (Rsa). In questo speciale pronto soccorso si cerca così di dare un immediato inquadramento dei pazienti che si presentano in ospedale per episodi di sincopi e cadute. Qui gli anziani, grazie a un team composto da geriatra e cardiologo vengono sottoposti a numerosi esami per verificare se all’origine della caduta ci sia un’alterazione del ritmo cardiaco, una cardiopatia strutturale, o alterazioni dei meccanismi di regolazione della pressione arteriosa, magari per effetti collaterali da farmaci.
La novità è stata presentata al Congresso Internazionale di Cardiologia Geriatrica, co-organizzato dalla Fondazione Internazionale Menarini, dal professor Niccolò Marchionni, co-presidente del Congresso e direttore del dipartimento Cardiotoracovascolare all’Ospedale Careggi di Firenze.
“II 5-10% delle cadute si traduce in fratture, traumi cranici, ferite e nell’1% in una frattura di femore, con esiti che incidono pesantemente sulla qualità e l’aspettativa di vita _ spiega il professor Marchionni _. A un anno dalla frattura di femore la mortalità è del 20-30%, mentre il 50% dei pazienti sviluppa sintomi di ansia e depressione che peggiorano la disabilità successiva alla frattura. Molti anziani hanno cali di pressione o altre difficoltà circolatorie che portano a una momentanea perdita di coscienza e alla conseguente caduta. Individuare questi soggetti è essenziale per poterli gestire al meglio e prevenire ulteriori cadute: è ciò che accade grazie alle Unità Sincope e Cadute nel pronto soccorso, dove i pazienti vengono valutati secondo protocolli ben standardizzati, per capire le cause della sincope e prevenire le recidive”.
Auspicate dalle Linee Guida della Società Europea di Cardiologia nel 2018, dopo le prime esperienze in Irlanda, al Saint James’s Hospital di Dublino, sono già attive anche in Italia, dove l’Ospedale Careggi è capofila seguito dall’Ospedale Molinette di Torino, dal Policlinico Federico II di Napoli e dall’Ospedale Baggiovara di Modena.
“Sincopi e cadute sono tra le più frequenti cause di accesso al pronto soccorso e, in particolar modo negli anziani, non è raro che i due eventi siano correlati – afferma Andrea Ungar, responsabile della Syncope Unit presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi e co-presidente del congresso - E’ necessario un immediato inquadramento dei pazienti che si presentano al pronto soccorso per episodi di sincopi e cadute. Negli anziani la sincope può dipendere da un eccessivo funzionamento di recettori nelle arterie carotidi con eccessivo rallentamento del battito cardiaco e, nel 40% di questi casi, l’unico sintomo è proprio la caduta, ma la corretta diagnosi seguita da un impianto di pace-maker può ridurre il rischio di nuove cadute. Inoltre, si deve valutare che la sincope non dipenda da ipotensione ortostatica, una condizione frequente negli anziani in cui la pressione si abbassa quando ci si alza o si sta a lungo in piedi. Il calo repentino provoca instabilità posturale che può, a sua volta, comportare una caduta: è quindi importante riconoscerne la presenza, così da poter rivalutare una terapia antipertensiva anche alla luce dell’automisurazione a casa della pressione” .
“Le Unità dedicate alla valutazione della sincope e delle cadute, hanno un notevole impatto sulla riduzione dei tempi e dei costi di gestione di questi pazienti e, al tempo stesso, consentono di attivare subito strategie d’intervento e prevenzione di recidive, riducendo con il rischio di nuove cadute anche i nuovi accessi al pronto soccorso, con un miglioramento nella gestione delle emergenze – osservano Marchionni e Ungar - Inoltre, una valutazione multidisciplinare come quella possibile grazie ad un team ‘anti-caduta’, può dimezzare il rischio di ricoveri nelle Rsa anche nei casi in cui ci sia stato un danno conseguente all’infortunio. Tutto questo incide moltissimo anche sui costi diretti e indiretti correlati alle cadute, con una riduzione dei costi sanitari che arriva a oltre un terzo, come dimostrato in studi controllati: l’elevata prevalenza e il notevole impatto sociosanitario impongono perciò uno sforzo da parte dell’organizzazione sanitaria per un corretto inquadramento di sincopi e cadute, spesso trascurato per difficoltà logistiche e mancanza di fondi” commentano gli esperti”.