Firenze, 5 aprile 2013 - Nella fiction tv le donne sono grandi e brillanti protagoniste e vedono riconosciuto un ruolo importante. Nella realtà della società italiana, però, le cose non vanno proprio così. Almeno non ancora.
"Diciamo che la fiction al femminile può rappresentare un modello per dare più peso al ruolo femminile della società, è normale che la fiction sia più avanti in questo", spiega Eleonora Andreatta, direttore di Rai Fiction, introducendo la giornata degli 'Screenings in Florence' della Rai dedicata al 'protagonismo femminile nella fiction', in corso a Palazzo Vecchio.
Certo, ancora non abbiamo visto una fiction con una donna presidente del consiglio o presidente della Repubblica, ma indubbiamente la personalità femminile trova una maggiore valorizzazione in questo tipo di prodotti televisivi che non nella società italiana.
"Finora non è stato facile raccontare storie di donne, ma negli ultimi anni le cose stanno cambiando per fortuna _osserva la regista Cinzia Th Torrini_ e io mi batto perché, nella diversità, emerga una parità. Certo dal punto di vista dell'immagine della donna occorre lottare contro una certa tv che rappresenta le donne senza etica e senza valori, diciamo che c'è ancora molto da lavorare".
L'attrice Veronica Pivetti (grande protagonista di "Provaci ancora prof") sottolinea il suo impegno nell'interpretare personaggi femminili moderni: "Le donne che interpreto, come la professoressa Baudino di 'Provaci ancora prof', sono al tempo stesso donne normali con una vita di tutti i giorni, ma anche forti e indipendenti. La professoressa si ritaglia degli spazi di libertà, non è una figura sottomessa e in un cerrto senso è un modello rivoluzionario di donna. Insomma, voglio dare, in un certo senso, un suggerimento allle donne e dal pubblico femminile ho risposte davvero piene di entusiasmo".
La giornata si snoda tra interventi e video, sempre con al centro l'universo femminile raccontato attraverso le sue mille sfaccettature. "Le donne rappresentate nelle fiction _dice l'attrice Stefania Rocca_ sono di tanti tipi, una galleria molto ampia, dai personaggi storici a situazioni di vita familiare".
Tanti gli spazi anche per il futuro, con i sogni per il futuro: "Mi piacerebbe interpretare la poetessa Alda Merini", dice Rocca, mentre l'aambizione di Cristiana Capotondi è quella di vestire i panni di due personaggi molto affascinanti dal punto di vista narrativo, pur nella loro grandissima diversità: "Vorrei interpretare Caterina II di Russia, ma anche Santa Teresa di Lisieux".
Per Andreatta, "la fiction al femminile, nel panorama televiso, è mportantissima, soprattutto perché la donna di oggi ha un'identita' piu' complessa ed articolata e quindi, oltre alle forme di fiction gia' sperimentate, c'e' la necessita' di trovare delle forme di racconto nuovo che rendano conto del duplice ruolo familiare e professionale delle donne oggi".
Per Stefania Rocca, l'obiettivo di una fiction al femminile, in un momento che vede la donna ancora vittima di violenze, "è il tentativo di sensibilizzare le persone, ma soprattutto gli uomini, su un tema ancora sottovalutato. Invece - dice l'attrice - il numero delle violenze sulle donne oggi è davvero troppo alto"
Di certo, la fiction al femminile rappresenta un genere di grande successo: "E' proprio il pubblico che richiede fiction con donne protagoniste _dice Capotondi_ e questo in parte perché si tratta di un pubblico in maggioranza femminile e in parte perché ci sono elementi di tenerezza e romanticismo che piaccciono anche al pubblico maschile".
Insomma, fiction al femminile come cavallo di battaglia della Rai: "E' vero e i risultati lo dimostrano _conclude Andreatta_: si è appena conclusa la seconda serie di 'Che dio ci aiuti', con Elena Sofia Ricci e l'ultima puntata ha fatto 7 milioni e mezzo di spettatori, poi stiamo girando la nuova serie di 'Provaci ancora prof'', insomma continuiamo su questa strada".
Tra le prossime produzioni anticipate dal direttore di Rai Fiction, anche quella dedicata alla figura
di una donna sindaco di un paese della locride: "Vogliamo evidenziare - spiega Andreatta - il rapporto tra vita privata e professionale, che è anche una storia d'impegno sociale. Intendiamo sottolineare l'aspetto, anche privato, di una donna che si trova ad avere un incarico professionale che le toglie tempo agli affetti familiari e dall'altra anche qurello che è il suo impegno istituzionale e il suo portare valori etici civili ed un'idea alta della politica all'interno del suo lavoro in una zona difficile dell'Italia".
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