FEDERICO BERTI
Firenze

"La pazza gioia" di Salvadori: "La parte era di Niki, me l'ha 'ceduta' lui"

Graziano Salvadori nel film di Virzì: "Avevo intuito fosse bello, non pensavo diventasse un capolavoro". E racconta il bel "gesto da fratello" di Giustini

Graziano Salvadori (foto Umberto Visintini/New Pressphoto)

Graziano Salvadori (foto Umberto Visintini/New Pressphoto)

Firenze, 22 maggio 2016 - Tutti pazzi per La pazza gioia. Tutti parlano (bene) dell’ultimo film di Paolo Virzì. Da Cannes alla Toscana, un coro unanime di consensi per una commedia che nel finale cambia direzione verso il dramma commovente. Un film davvero tutto Made in Tuscany; per l’ambientazione, per le location e anche per buona parte del cast artistico. Da Marco Messeri alla moglie Luisanna, da Sergio Albelli a Isabella Cecchi già cognati ne La prima cosa bella, dallo scrittore livornese Simone Lenzi al cantautore Bobo Rondelli. Ma c’è anche un volto noto, popolare ed amato dagli spettatori, cabarettista e attore comico spesso in coppia con Niki Giustini. Si tratta di Graziano Salvadori, interprete con alle spalle un lungo curriculum di cinema, teatro e televisione. Per Salvadori, ecco finalmente l’ingresso nel cinema d’autore nel ruolo di una delle tante «vittime» della fuga delle due protagoniste, verso la pazza gioia.

Lei ha appena visto il film. Cosa ha provato durante la visione?

«Avevo intuito che fosse bello ma non mi aspettavo un capolavoro del genere. Riuscire a trattare un argomento così difficile con una delicatezza così sottile da sembrare quasi etera…Paolo ha trattato due argomenti unici, di una difficoltà spaventosa senza mai trascendere nel banale o nel ridicolo usando attori quasi sempre comici, a parte le due attrici protagoniste. Riesce a plasmarti senza snaturarti. Una parte cattiva ad un comico. Geniale, fantastico. Dopo aver visto il film giuro che se anche avessi avuto anche un solo fotogramma in un capolavoro del genere ne sarei stato orgogliosissimo. Inizia con la calma della descrizione per passare a qualche momento comico per poi finire coi lacrimoni. Ecco il genio, il tocco magico, ecco chi legando alcuni frame più o meno ben interpretati, riesce a creare un capolavoro. Grazie Paolo, grazie per avermi scelto nel tuo capolavoro».

Prima di entrare a far parte del cast de «La pazza gioia» cosa conosceva del cinema di Paolo Virzì ?

«Di Paolo, mi permetto di chiamarlo così fuori dal set dove invece lo chiamo maestro, conoscevo tutti i film. E da buon toscano li amo. Lavorare con lui era per me un desidero, una speranza, un miracolo che si è avverato»

Come ha ottenuto la parte ?

«Il regalo artistico più bello me lo ha fatto un amico fraterno, Niki Giustini. La parte era sua. Virzì aveva scelto lui e gli aveva inviato la parte. Niki la lesse, richiamò il regista e gli disse…la parte non è per me, è scritta per Graziano Salvadori, datela a lui. Ma non abbiamo il numero, risposero. E lui…non importa ve lo do io, secondo me la parte è sua. Un gesto che solo un fratello può fare. Ecco, Niki lo ha fatto. E io sono orgoglioso di averlo come partner da oltre vent’anni. Speriamo solo un giorno di poter ricontraccambiare».

Com’è andata sul set ? Che atmosfera si respirava?

«Devo dire che l’atmosfera era tranquilla. Tutti calmi senza urla e con molta comprensione. Stiamo lavorando tutti….sembrava trasparire dalla faccia di Virzì. E’andato sempre tutto bene, mi sono anche divertito. A parte la scena finale dell’ultimo giorno di lavorazione che era la mia…mi sono strappato un polpaccio durante una corsa a piedi. Abbiamo continuato a girare lo spesso, dopo molto ghiaccio, Che faccio…mi sono chiesto….stringo i denti e vado avanti. Non potevo mica bloccare il film a Paolo...»

Quali indicazioni le ha dato Paolo Virzì ?

«Paolo ti lascia fare, ti lascia provare. E con intelligenza ti porta dove vuole lui e come vuole lui. Ecco la forza di un regista. Ti lascia fare e poi gradualmente ti fa fare quello che vuole senza snaturare il tuo essere attore. Insomma, prende un blocco di marmo e poi piano piano senza romperlo lo trasforma a piccoli colpi. Il marmo crede di essere ancora se stesso ma il regista a piccoli colpi ha già scolpito la sua opera»

Che rapporti ha avuto con le due protagoniste femminili, Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti ?

«Sai…i rapporti sono di lavoro e di pochissime prove. Devi creare un feeling incredibile per poter capire in poco tempo i tempi le reazioni per poter interagire. Posso dirti che forse mi trovavo meglio con Micaela, forse più tranquilla, più alla mano….più e basta»

E’ un bel momento per la sua carriera. Progetti futuri?

«Sì è momento bellissimo per la mia carriera. Non capita a tutti di poter lavorare con un regista e con due attrici del genere perché un tuo amico ti lascia provare al posto tuo. Credo che pochi possano dire altrettanto, specialmente nel mondo del cinema. Adesso stiamo scrivendo. E speriamo possa andare in porto uno spettacolo teatrale a quattro mano. Io, Niki Giustini, Alessandro Paci e Massimo Ceccherini dal titolo provvisorio di Rebus Naturabilis. Uno spettacolo vietato ai minori di diciotto anni da fare solo in teatro dove parleremo del sesso dalla pubertà alla vecchiaia senza limiti di parole e di tempo. Una forza enorme credo…»

Per chiudere. Che cosa farebbe lei per inseguire….la pazza gioia ?

«La pazza gioia non si insegue. E’ lei che insegue te quando meno te lo aspetti. E comunque farei di tutto. La pazza gioia? Chi lo avrebbe mai detto? Fantastico !»