GROSSETO, 28 agosto 2010 - Dopo la Coop anche il Gruppo Etruria Sma fa ricorso al Tar, peraltro già notificato a Comune, Provincia e Regione, per l’annullamento del parere favorevole della Conferenza dei Servizi sul rilascio dell’autorizzazione all’apertura di un centro commerciale al Casalone. Secondo le società del Gruppo Etruria-Sma l’autorizzazione sarebbe stata data in violazione delle previsioni urbanistiche dell’area, che la variante anticipatrice del novembre 2008 trasformava da commerciale a artigianale e commercio all’ingrosso. «Non possiamo condividere la decisione della Conferenza dei servizi — afferma il direttore generale di Etruria-Sma, Graziano Costantini — presa dopo che le due precedenti conferenze erano state rinviate per carenza di istruttoria in ordine ai presupposti per l’autorizzazione, poi rilasciata».
Costantini ricorda poi come la variante al Piano regolatore abbia destinato a commercio all’ingrosso e zona artigianale l’area in questione, destinazione peraltro non variata successivamente e quindi non idonea al rilascio di autorizzazioni per il commercio al minuto. «La regione — prosegue il direttore generale di Sma — adduce il fatto che nel 2000 il Comune aveva rilasciato concessioni edilizie per la realizzazione di un centro commerciale. Ma come è possibile che quelle concessioni siano ancora valide, dieci anni dopo, considerato che la allora proprietaria del sito aveva rinunciato, su richiesta del Comune, alla realizzazione del centro commerciale, chiedendo poi gli oneri di urbanizzazione ? Com’e’ possibile che un titolo edilizio riesca a superare, derogandola, anche la pianificazione urbanistica di un territorio?». Ma Sma ricorda anche come appaia a dir poco singolare il fatto che il comune di Grosseto già nel 2001 chiedesse con insistenza a Unicoop Tirreno di rinunciare alla realizzazione del centro commerciale perché sussistevano gravi problemi di viabilità e parcheggio.«Come è pensabile — ricorda Costantini — che 10 anni dopo, senza che sia stato realizzato alcun intervento sulla viabilità, il problema non sussista più? Inoltre per rifornire questo centro commerciale sarà necessario far uscire i mezzi da Grosseto Nord, costringendoli ad attraversare tutta la città fino al Casalone. E poi se c’erano problemi di posti auto, con le leggi nazionali, regionali e comunali che nel frattempo hanno raddoppiato gli standard di parcheggio indispensabili per le autorizzazioni ai centri commerciali, come è possibile pensare che oggi quei requisiti siano soddisfatti se già allora erano un problema?».
Oltre a dubbi di legittimità, Costantini esprime anche tutta la propria perplessità riguardo alla presenza di due centri commerciali in una città delle dimensioni di Grosseto, soprattutto in un momento di recessione come quello attuale. «Iin un momento in cui tutti sono concordi nel dire che l’offerta supera largamente la domanda — ricorda il direttore di Sma — è opportuno aumentare l’offerta, anche quando potrebbero non sussistere i requisiti? Noi di Etruria Sma, che siamo sempre stati favorevoli alla concorrenza e che mai ci siamo battuti per evitare aperture di nostri concorrenti su tutto il territorio nel quale operiamo, oggi pensiamo che queste forzature su Grosseto appaiano del tutto incomprensibili. Peraltro nel capoluogo maremmano sono già presenti ben otto insegne della distribuzione alimentare : Coop, Conad, Pam, Sma, Sidis, Penny, Lidl, EuroSpin. Quanti di questi punti vendita riusciranno a rimanere aperti e quanti invece saranno costretti a chiudere, licenziare personale ed impoverire il livello di servizio oggi assicurato ai quartieri? Dovremo tutti andare a fare la spesa con l’auto, anche chi non può? Sono questi i motivi che ci hanno spinto a ricorrere al Tar, a fianco di Unicoop, contro le decisioni che già di per se appaiono sofferte da parte delle autorità competenti».
© Riproduzione riservata