Grosseto, 15 ottobre 2012 - Dalle 10.30 di questa mattina al Teatro Moderno di Grosseto si sta svolgendo l'udienza per l'incidente probatorio sulla scatola nera della Costa Concordia, la nave naufragata il 13 gennaio davanti all'isola del Giglio. Nel naufragio persero la vita 32 persone
L'udienza è presieduta dal giudice per le indagini preliminari Valeria Montesarchio. Presenti avvocati e consulenti delle parti. Misure straordinarie di sicurezza intorno al Teatro Moderno, off limits a giornalisti e telecamere, arrivati da tutto il mondo. All'ingresso del teatro sono state allestite sei postazioni per la registrazione. Durante l'udienza, non sarà ammesso l'uso di dispositivi elettronici.
Le 270 pagine della perizia sul naufragio della Costa Concordia sono state consegnate dai tecnici nominati dal Gip di Grosseto ai primi di settembre e da stamattina, probabilmente per l'intera settimana, saranno l'oggetto della discussione, delle obiezioni e dei botta e risposta tra le parti in causa.
Sul palco del Teatro Moderno di Grosseto, fino a stasera alle 18, siederanno, al centro, i magistrati giudicanti, il collegio dei periti, il Gip Valeria Montesarchio e il cancelliere. A destra, i dieci indagati, tra cui, oltre Schettino, si annoverano i componenti dell'equipaggio e i responsabili dell'unita' di crisi della Costa, con i loro quattordici difensori. Quindi, l'interprete, tredici consulenti, dieci colalboratori. A un altro tavolo, i magistrati inquirenti, cioè il procuratore Francesco Verusio e i sostituti Alessandro Leopizzi, Maria Navarro e Stafano Pizza.
Dagli schermi allestiti per l'occasione si potranno vedere le immagini e ascoltare le telefonate intercorse la sera del naufragio, fra l'equipaggio, la Costa, la Capitaneria e le forze dell'ordine. Saranno circa 500 le persone del "pubblico", tra familiari delle vittime e parti lese. Il Teatro Moderno può comunque accogliere fino a 1300 persone. L'udienza dovrebbe durare dai 3 ai 6 giorni, a porte chiuse, come prevedono le norme che regolano gli incidenti probatori.
Stamattina la parola ai periti della Procura, domani saranno sentiti altri esperti, mercoledì 17 sarà il turno dei carabinieri del Ris, per l'esame delle registrazioni audio. A quel punto, poi, potranno prendere la parola gli avvocati di parte civile, che in tutto sono 126, e i loro consulenti, che sono 50. La discussione intorno alle risposte date dai periti sulle 50 domande affidate dal gip Valeria Montesarchio potra dunque impegnare le parti in causa per un'intera settimana.
Il comandante della Concordia ha ottenuto la revoca dei domiciliari il 5 luglio scorso, e deve osservare l'obbligo di dimora, nella sua casa di Meta di Sorrento (Napoli). Grazie a un accordo, ha ottenuto di poter essere nel capoluogo maremmano. ''Voglio essere in aula, voglio metterci la faccia'', ha annunciato nei giorni scorsi, ma ''anche la competenza''. Come stabilito dalle norme, in aula non potrà parlare ma solo ascoltare. Però potrà interloquire con il difensore e con i consulenti, facendo le sue osservazioni via via che procederà l'udienza. Il palcoscenico del Teatro Moderno è stato dotato anche di maxischermi per le immagini, e per la riproduzione dei suoni della scatola nera.
La procura, in questi mesi, ha raccolto numerose testimonianze dei passeggeri. In aula anche altri indagati: il vice di Schettino, Ciro Ambrosio, l'ufficiale Silvia Coronica, i tre membri dell'unità di crisi della Costa Crociere, Roberto Ferrarini, Manfred Ursprunger e Paolo Parodi.
L'esito dell'incidente probatorio potrebbe dare anche nuovo impulso all'inchiesta, sebbene l'intenzione della Procura del capoluogo maremmano sia quella di chiudere tutto entro fine anno, se possibile. Si dovranno esaminare sia le posizioni del comandante e dei suoi ufficiali, sia quelle dell'unità di crisi della Costa, per appurare i rispettivi comportamenti (manovra, abbandono della nave) e per verificare se l'allarme sia stato dato nei tempi dovuti.
Ma l'analisi di quella notte, messa nera su bianco dai periti del giudice per le indagini preliminari, lasciano ben pochi margini all'ex comandante, ritenuto colpevole di una manovra "azzardata" e di essere finito sugli scogli del Giglio, evitando una tragedia di proporzioni ancora maggiori, solo "per una serie di casualità". Senza contare che comunque, per i periti, Schettino è colpevole di aver dato l'ordine di evacuazione con 40 minuti di ritardo.
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