di Antonio Fulvi
Livorno, 21 dicembre 2012 - Il primo allarme, ufficiale e quindi preoccupante, è partito dal ministro dell’Ambiente: si allungano troppo, e con troppe incertezze, i tempi per la rimozione del relitto della Costa Concordia dal Giglio. E fioccano le indiscrezioni e i giudizi sempre più critici sul piano del consorzio Titan-Micoperi. Con una sola certezza: che il termine iniziale per la rimozione, fissato al giugno 2013, slitterà di mesi e mesi, se non di un anno. Se mai la rimozione del relitto tutto intero sarà davvero possibile. Arrivano giudizi critici anche sulle prime operazioni di Micoperi per piazzare sul fondo le palificazioni d’acciaio con le quali - tramite appositi tiranti- dovrebbe essere raddrizzato il relitto.
 

Pare che il tentativo di praticare grossi fori nel fondo roccioso, per infilarvi le basi dei pali delle piattaforme sommerse su cui dovrà ruotare il relitto, abbia incontrato impreviste difficoltà: tanto che le “punte” di perforazione si sarebbero rotte più volte per la durezza imprevista della roccia. Anche successivi tentativi con micro-cariche esplosive non avrebbero risolto le cose; mettendo peraltro a rischio l’integrità- ovviamente già compromessa da quasi un anno di agenti atmosferici, corrosione e svergolamenti- della fiancata del relitto. Problemi e critiche arrivano anche sul metodo e sui tempi di arrivo dei famosi “cassoni” da piazzare sulle fiancate della nave per riportarla in galleggiamento. Sono stati commissionati a vari stabilimenti di Fincantieri- dove fu costruita la Costa Concordia- ma durante il loro approntamento sarebbero state apportate varianti di progetto che richiederanno modifiche e interventi successivi. I “cassoni”- che pesano da 350 a 500 tonnellate l’uno- dovranno essere dunque trasportati su chiatte via mare fino a Livorno, dove è stato scelto il terminal di Cristiano Lucarelli per metterli a terra e procedere alle modifiche; dopo di che saranno reimbarcati sulle chiatte e avviati al Giglio. Un programma già di per se complesso, che ha subìto anch’esso notevoli traversie.
 

Inizialmente i cassoni dovevano arrivare a Livorno a metà dicembre, poi si era parlato di metà gennaio e in queste ultime ore di febbraio. Infine non si sa dove il relitto sarà portato per la demolizione. Costa aveva indicato Palermo, ma nessun tecnico crede che si possa pensare a un tragitto così lungo. Rimane Piombino- un giorno di navigazione a 2,5 nodi - ma gli approntamenti per accoglierlo richiederanno molti mesi. E nessuno ad oggi ha dato il via.