Grosseto, 10 aprile 2013 - Costa Crociere patteggia un milione di euro per la responsabilità amministrativa riconosciuta nel naufragio della Costa Concordia, del 13 gennaio 2012 davanti all'isola del Giglio. Il gip di Grosseto, Valeria Montesarchio, ha accolto la richiesta della compagnia, dopo circa un'ora di camera di consiglio.
''Il gip di Grosseto ha emesso una sentenza di patteggiamento accogliendo l'applicazione di una pena come da noi richiesto e con il consenso della Procura - spiega l'avvocato di Costa spa, De Luca - con la quale c'è sempre stata grande collaborazione reciproca sia da parte nostra, sia da parte loro nel valutare la richiesta di patteggiamento". Secondo il legale di Costa, la Procura di Grosseto ha deciso di indagare la compagnia di navigazione ''verso la fine delle indagini''. Cosi', ''tra dicembre e gennaio scorsi noi abbiamo maturato la richiesta di patteggiare e ne abbiamo discusso con la Procura che poi ha dato il suo consenso''. De Luca ha concluso ricordando anche che ''fin dall'inizio Costa Crociere ha dato la massima disponibilità a collaborare con le autorita'''
La responsabilità amministrativa è una sorta di responsabilità "oggettiva": in questo caso, la contestazione a Costa è scattata perché due degli indagati principali nel procedimento del naufragio erano due suoi dipendenti: l'ex comandante Francesco Schettino e il capo dell'unità di crisi, Roberto Ferrarini. Costa rimane "parte lesa" del procedimento la cui prima udienza preliminare si terrà lunedì 15 aprile al Teatro Moderno di Grosseto.
A questo proposito, De Luca ha annunciato che la Costa Crociere spa si costituirà parte civile e chiederà il risarcimento del danno per la perdita della nave.
Per il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, la sentenza di patteggiamento per Costa Crociere Spa emessa dal gip Valeria Montesarchio con sanzione amministrativa di un milione di euro ''è un patteggiamento per responsabilità oggettiva riguardante il comportamento dei suoi dipendenti. Una pena lieve? Abbiamo applicato la legge''. Il procuratore Verusio ha inoltre sottolineato che ''comunque i danni subiti dalla compagnia con questo naufragio" sono stati ingenti: "basti pensare che la nave Concordia aveva un valore di circa 500 milioni di euro ed è affondata''.
LE CRITICHE DEL CODACONS - Ma il patteggiamento concesso oggi in favore di Costa Crociere non viene intanto accolto bene dal Codacons: ''Le responsabilità dell'azienda nel naufragio del Giglio sono più che evidenti, così come le tante falle sui sistemi di sicurezza della Concordia". L'associazione spiega in una nota: "Chiudere la vicenda con un milione di euro di multa equivale a schiaffeggiare i naufraghi ma soprattutto i parenti delle vittime del naufragio. In ogni caso il patteggiamento concesso oggi in sede penale non influisce minimamente sulle cause risarcitorie avviate dalla nostra associazione contro Carnival e Costa negli Stati Uniti - prosegue il Codacons -. Cause che anzi proseguono in attesa di veder riconosciute in sede civile le richieste risarcitorie dei naufraghi che non hanno accettato l'elemosina offerta dalla società''.
Infatti, con la sentenza di patteggiamento emessa dal gip, Costa Crociere spa esce dall'elenco degli imputati nel processo sul naufragio avvenuto all'Isola del Giglio, anche se poi chiederà di essere ammessa come parte civile per la perdita della nave all'udienza preliminare. Ma la partita dei risarcimenti su cui dovrà cimentarsi la compagnia non è comunque chiusa. Infatti, sul piano civile potrebbero aprirsi le cause dei passeggeri e dei dipendenti che non hanno accettato le proposte di 'compensazione' del danno fatte dalla compagnia. Chi accetta l'offerta di Costa chiude qualsiasi possibilità di adire vie legali. Circostanze che, caso per caso, si potranno vedere sia in contenziosi avviati direttamente dagli interessati davanti al tribunale civile, sia dal prossimo 15 aprile in sede di udienza preliminare. Il gup potrà rimandare al tribunale civile la quantificazione del danno riconosciuto, caso per caso, a ciascuna parte civile costituita. Inoltre, appunto, negli Stati Uniti sono in piedi cause risarcitorie aperte da naufraghi americani contro la capogruppo multinazionale delle crociere Carnival e la stessa Costa spa.
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