Grosseto, 9 agosto 2013 - RIPRENDERÀ dopo la pausa estiva il processo a {{WIKILINK}}Francesco Schettino{{/WIKILINK}}, l’unico imputato rimasto per il naufragio del 13 gennaio 2012 all’Isola del Giglio della Costa Concordia. Il 23 settembre si tornerà in aula per una full immersion di cinque giorni in cui sarà ridiscussa la maxiperizia che è già stata affrontata a ottobre del 2012. Ma non è stato sufficiente, perché il collegio difensivo del comandante di Meta ha chiesto una nuova indagine, per fare piena luce sul prima e dopo collisione. I giudici di Grosseto hanno deciso di far testimoniare solo i quattro periti. Gli altri cinque imputati, nel frattempo, hanno patteggiato le pene: da un anno e sei mesi a un massimo di due anni e undici mesi, anche se non sarebbe ancora arrivato il «via libera» della procura generale di Firenze, che ha chiesto documenti integrativi. E ieri Schettino era a Grosseto.
JEANS ESTIVI arancioni, camicia bianca e gli immancabili occhiali da sole. Ieri l’ex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino si è concesso una giornata tutta maremmana. Con uno dei suoi legali, l’avvocato Donato Laino, è arrivato in Tribunale per acquisire gli ultimi video depositati dalla procura depositato come nuova prova del processo.
Comandante, come mai qui?
«Volevamo acquisire questi supporti video della Concordia di cui si è parlato». Video che non ha però potuto ritirare. «Abbiamo avuto una sorpresa — ha sottolineato il suo legale — perché sono ancora sotto sequestro e le copie forensi non esistono».
Quindi?
«Quindi non capisco tutte le illazioni fatte su queste prove. Si tratta di filmati che dovranno essere visti insieme anche ai miei consulenti, come quelli della scatola nera. Commentare un video che ancora non è stato visto da alcuno mi sembra scorretto». Il comandante, poi, lasciato il palazzo di giustizia ed è andato a Talamone per vedere le scialuppe della Concordia che sono ancora sotto sequestro sulla spiaggia della Puntata.
Perché il sopralluogo?
«Quelle scialuppe ci potranno illustrare come sono andate veramente le cose. Per il momento sono sotto sequestro ma, insieme ai miei consulenti, cercheremo di chiarire tutto anche sul dopo incidente».
Soprattutto per le vittime, vero?
«Certamente. Ma non solo. Anche per rispetto della verità e per la dignità di chi è rimasto vivo. Guardi, con estrema tranquillità, ci stiamo avvicinando al processo. Ma non ho nulla da temere».
Quelle scialuppe sono fondamentali?
«Sì, la dinamica di quello che è successo ce lo possono spiegare anche loro».
A Grosseto, intanto, lei è ormai riconosciuto anche per strada...
«Devo dire che tutti mi trattano con dignità, comprensione e rispetto». Al bar Bristol dove ha bevuto un caffè shakerato «sono stati cordiali — ha concluso Schettino —. Una coppia mi ha fermato e mi ha voluto salutare. La gente di buon senso alla fine predomina sugli altri. Come la verità».
Matteo Alfieri
Cristina Rufini
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