Grosseto, 27 ottobre 2013 -  Riprende lunedì mattina, 28 ottobre, a Grosseto il processo contro il comandante Francesco Schettino per il naufragio e la tragedia della Costa Concordia (il 13 gennaio 2012 morirono 32 persone) con la testimonianza dello 'stagista'  Salvatore Ursino, di Messina, all'epoca ufficiale in addestramento.

Ursino è un testimone dell'accusa: i pubblici ministeri dovrebbero sentirlo tutto il giorno. E' il primo testimone che può raccontare cosa accadde in plancia durante la navigazione del 13 gennaio 2012, dalla partenza dal porto di Civitavecchia all'impatto contro lo scoglio del Giglio che determino' il naufragio con le 32 vittime, e poi sulla fase dei soccorsi, fino all'evacuazione della nave.

I precedenti testimoni dell'accusa - il primo ufficiale di coperta Giovanni Iaccarino e l'ufficiale cartografo Simone Canessa - nelle fasi dell'urto erano in turno di riposo e si stavano rilassando in cabina
con i videogiochi. Invece Ursino fu sempre in plancia di comando. Da qui ha potuto assistere a tutti gli eventi; inoltre - diversamente dalla prassi - fu l'unico ufficiale a rompere il silenzio sul ponte dicendo a
Schettino, come risulta dalla 'scatola nera' che ''la poppa era impegnata'' ossia che la nave stava trovando degli ostacoli, cioè gli scogli dell'impatto imminente.

Ursino, avendo intuito la stranezza della prima manovra d'emergenza ordinata da Schettino (timone completamente a dritta, con la nave a 16 nodi di velocita') si precipitò sull'aletta sinistra della Concordia notando che la nave scodava contro gli scogli illuminati dai fari laterali. Dopo l'urto, e in pieno caos a bordo, lo 'stagista', con altri ufficiali, si adoperò per dare soccorso ai passeggeri finché salendo su una scialuppa stracolma di naufraghi si ritrovò insieme allo stesso Schettino, circostanza a cui probabilmente sarà dedicata parte delle domande dell'accusa visto che il comandante è imputato anche del reato di abbandono della nave. Ursino è anche l'unico, fra gli ufficiali indagati della plancia, la cui posizione è stata archiviata dalla procura.

Nell'inchiesta, infatti, aveva le stesse accuse di Schettino, tranne il reato di abbandono della nave, e degli altri ufficiali: omicidio plurimo colposo, lesioni plurime colpose, naufragio colposo: però e' stato liberato da ogni gravame quando è stato definito che come 'ufficiale in addestramento' non avrebbe potuto partecipare alla manovra ma limitarsi a familiarizzare con gli strumenti di bordo e osservare gli ufficiali di ruolo nei loro compiti, nonche' astenersi da commenti e osservazioni. Ora, oltre ad essere testimone, si e' anche costituito parte civile nel processo assistito dall'avvocato Antonio Langher. Dopo Ursino, per l'udienza di martedì 29 ottobre sono previste le convocazioni di altri testimoni dell'accusa: il maitre Antonello Tievoli, che avrebbe chiesto a Schettino il passaggio ravvicinato all'isola, sembra per desiderio di suoi parenti; il comandante di navi, ora in pensione, Mario Palombo; la ballerina moldava Domnica Cemortan; Ciro Onorato, membro dell'equipaggio, che prima era al tavolo del ristorante di bordo con Schettino e poi anche lui salì in plancia col comandante.