Grosseto, 6 settembre 2012 - Scoperto nel Parco regionale della Maremma un antico insediamento di età romana. Il sito dello Spolverino si trova sull'ultima ansa dell'Ombrone. Proprio il limo depositato dal fiume ha sigillato l'area ricoperta poi anche dalla vegetazione.
Le attività di ricerca sono state condotte dalla Soprintendenza ai Beni archeologici della Toscana in collaborazione scientifica con l’associazione culturale Progetto archeologico Alberese di Grosseto, e dirette sul campo da Mario Cygielman e Gabriella Poggesi della Soprintendenza, Elena Chirico dell'università di Siena, Matteo Colombini dell'associazione culturale Progetto archeologico Alberese e da Alessandro Sebastiani dell'università di Sheffield.
Inoltre, Paolo Nannini si è occupato della documentazione fotografica aerea, mentre Simona Pozzi del restauro dei reperti rinvenuti nello scavo. L'insediamento, che si è sviluppato dal primo al sesto secolo dopo Cristo, era affiancato da un approdo portuale per il rifornimento e lo smistamento di merci che arrivavano da tutto il Mediterraneo.
Ieri la presentazione al Museo archeologico di Grosseto alla presenza della direttrice Maria Grazia Celuzza, del sindaco Emilio Bonifazi, e della presidente del Parco, Lucia Venturi. Nel centro produttivo e commerciale si lavorava in particolare il vetro, e in seguito anche oggetti in osso da utilizzare nella vita di tutti i giorni, come spilloni, flauti e cardini da mobilia.
Sono state rinvenute anche cucine collettive per le persone che operavano in queste botteghe, ceramiche da fuoco e una padella in bronzo. Vicino a uno di questi focolari è stato scoperto un lararium, ovvero una piccola zona votiva dedicata al culto domestico.
Al volgere del secolo si data l’installazione di un atelier per la lavorazione e produzione di oggetti in bronzo e ferro. Alla metà del quinto secolo dopo Cristo, sulle rovine dell’insediamento si registra una fase di necropoli, con la restituzione di cinque sepolture, di cui due di bambini.
Il sito conobbe un’ultima fase di occupazione con la conversione a uso agricolo, come testimoniato dal rinvenimento di un campo arato fossile databile nel corso del sesto secolo dopo Cristo. Per il secondo anno consecutivo è stata attivata una field school internazionale, in collaborazione con la John Cabot University di Roma alla quale hanno partecipato studenti europei, che hanno così avuto l'occasione di formarsi nelle discipline archeologiche sul campo.
di Irene Blundo
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